Rocky III è il terzo capitolo della saga che vede Sylvester Stallone indossare i panni dell'ormai iconico pugile italo-americano, che ha debuttato sul grande schermo nel 1976 con il film Rocky. Il film andrà in onda questa sera alle 21.33 su Italia 1.
Rocky III, la trama
Uscito in sala nel 1982, Rocky III riprende da dove si era interrotto il capitolo precedente. Il famoso Rocky Balboa (Sylvester Stallone) è diventato campione del mondo dei pesi massimi, dopo aver sconfitto l'avversario Apollo Creed. La vittoria ha portato con sé molti cambiamenti nella vita dell'italo-americano, che da un giorno all'altro si trova catapultato in un mondo dove tutti lo conoscono e tutti vogliono avere un pezzetto di lui. La fame di vittoria e quella di combattere vengono messe da parte, in favore di un asservilimento al mondo dello spettacolo. Tuttavia una tragedia inaspettata e una sconfitta umiliante lo porteranno a rivalutare le sue scelte e a ricordare cosa gli piacesse tanto della boxe. L'uomo ricomincerà così ad allenarsi e lo farà insieme all'ultima persona al mondo che avrebbe immaginato diventare il suo "allenatore", Apollo Creed (Carl Weathers).
Le discussioni intorno alla statua di Rocky
Proprio come aveva fatto con i primi due capitoli della saga, anche nel terzo film Sylvester Stallone scelse di usare alcuni elementi della propria biografia per arricchire la trama. Nello specifico, Stallone utilizzò la sua esposizione come grande star di Hollywood per parlare dello stesso problema che affligge Rocky Balboa. Se nel primo capitolo, infatti, Rocky era un pugile che sembrava sulla via del tramonto, nel terzo capitolo è una sorta di celebrità, che affronta tutti i problemi a essa collegati. Problemi che sembrano travalicare i confini dello schermo e toccare anche aspetti della realtà. Perché la fama del pugile e della saga a lui dedicata arrivarono ad accendere un feroce dibattito tra le strade di Philadelphia.
Secondo quanto riportato dal sito dell'Internet Movie Data Base, durante la produzione di Rocky III una statua alta circa tre metri venne posizionata alla fine della scalinata che conduce al Philadelphia Museum of Arts. La statua era stata realizzata in bronzo dall'artista A. Thomas Schomberg, per un peso complessivo di circa 680 chilogrammi. Quando le riprese giunsero al termine, Sylvester Stallone decise di donare l'opera d'arte al museo. Il suo tentativo, tuttavia, non andò a buon fine. Il museo, infatti, fece sapere di non volere affatto quella statua nella propria collezione, dando il via a un dibattito su cosa sia meritevole di essere considerato arte. Secondo il Philadelphia Museum of Arts, infatti, la statua non era altro che un oggetto di scena senza valore, che stonava con l'arte contenuta nei suoi saloni: per questo la richiesta di Sylvester Stallone venne rifiutata.
Secondo IMDB, quando la notizia del rifiuto si diffuse per la città, gli abitanti di Philadelphia ne rimasero oltraggiati e l'opinione pubblica fece sì che la statua venisse spostata ed esposta di fronte al Wachovia Spectrum nella parte sud della città. Ma la sistemazione non fu definitiva. Nel 1990 la statua che rappresenta Sylvester Stallone venne messa di nuovo davanti al museo che l'aveva rifiutata, a causa delle riprese di Rocky V.
A riprese concluse tornò per un po' di fronte allo Spectrum, prima di essere posizionata - stavolta in modo definitivo - all'interno del parco che si trova ai piedi della famosa scalinata che porta al Philadelphia Museum of Arts e che è diventata iconica proprio grazie a una scena cardine della saga di Rocky.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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