Sanremo, la conduttrice albanese ci fa la predica: "La musica non vuole muri"

Alketa ringrazia l'Italia e gli italiani per il sostegno dato all'Albania. Ma non manca di lanciare qualche frecciatina qua e là

Sanremo, la conduttrice albanese ci fa la predica: "La musica non vuole muri"

Nonostante siano quasi le due di notte (per la precisione l'1.58), la terza serata del festival di Sanremo procede. Tutti i cantanti in gara si sono esibiti. Si aspetta la classifica. Ma mentre si attende, la conduttrice albanese Alketa Vejsiu prende il microfono e va al centro del palco. Con un italiano fluido, dopo aver ringraziato (ancora) l'Italia e gli italiani, si lascia andare a un lunghissimo monologo. Un monologo che in realtà non dovrebbe aver alcun riferimento politico, ma la realtà è un'altra.

Dopo gli attacchi trasversali di Junior Cally, de i Viito e Roberto Benigni (quindi i primi accenni di politica), è la volta della conduttrice albanese. Alketa loda l'Italia, la sua musica, la sua cultura, gli insegnamenti che ha da offrire agli altri Paesi. Tutte bellissime premesse, finché arriva a parlare del solito tema: l'immigrazione.

Alketa prende ad esempio la sua vita. Ricorda quando non si poteva guardare il festival di Sanremo "perché c'era la dittatura", non si poteva avere il caschetto biondo "perché altrimenti eri uguale a Raffaella Carrà" e si ammirava con molto invidia l'Italia. "Ci avete accolto, noi albanesi. C'era un tempo - ricorda - in cui guardare Celentano voleva dire rischiare la galera, in Albania, e anche essere biondi significava essere guardati con sospetto. Qui è un simbolo di integrazione, Ermal Meta, quel ragazzo è un grande della musica italiana e con la sua vittoria nel 2018 ha risollevato lo spirito degli albanesi. Ai Mondiali di calcio il gol degli azzurri per noi albanesi è il nostro gol. La musica non costruisce muri, non ha bisogno di passaporti e bandiere".

La conduttrice, quindi, ribadisce che l'Italia ha sempre posto l'altra guancia al suo Paese, li ha sempre aiutati perché non c'è nessun confine che tenga "che sia il muro di Berlino o il muro del Messico". Ed ecco che allora Alketa ricorda la tragedia di Otranto (la nave speronata e affondata piena di albanesi, nr) e chiosa: "Grazie Italia".

Insomma, alla conduttrice scappa inevitabilmente qualche frecciatina a destra e a manca. Forse più a destra che a sinistra.

Pensava, forse, di mascherare il suo intervento con tante premesse, complimenti e ringraziamenti, ma la realtà è che ha infilato un discorso politico all'interno di una kermesse canora

Così, terminato questo monologo buonista, introduce brevente Bobby Solo. Insieme finiranno per cantare "Una lacrima sul viso".

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