Con Non mi hanno fatto niente, la canzone contro le stragi terroristiche e le guerre, Ermal Meta e Fabrizio Moro vincono la 68esima edizione del festival di Sanremo. "Questo premio è anche di Andrea Febo, l'altro autore del brano. Dedico questa vittoria a mio figlio Libero che è a casa e mi sta guardando", ha detto Moro ritirando il premio. "Io - ha commentato Meta - dedico questo premio alla mia casa discografica, la Mescal, che ha creduto in me quando nessun altro lo faceva". Al secondo posto è arrivato Lo Stato Sociale con Una vita in vacanza, mentre il terzo podio è toccato ad Annalisa con Il mondo prima di te.
Il successo di Baglioni, Hunziker e Favino
Una folla da grandi concerti ha accolto l'ingresso di Claudio Baglioni fuori dall'Ariston prima dell'inizio della serata finale del festival di Sanremo. Al suo arrivo, il pubblico ha intonato a squarciagola Questo piccolo grande amore, in un emozionante omaggio al "re" della 68esima edizione della kermesse. "È stata un'avventura davvero emozionante, difficile e facile allo stesso tempo", ha commentato aprendo la finale. In smoking con giacca rossa e papillon, "abbinato" alla prima mise della primadonna del festival, Michelle Hunziker, in abito nero lungo con gonna a balze e inserti rossi, il direttore artistico ha chiuso alla possibilità di un "Baglioni bis". "Al momento penso proprio di no - ha detto - anche perché non mi è stato chiesto".
La sorpresa di Fiorello (al telefono)
Alla fine, dopo una settimana pressoché perfetta e dove tutto era andato a incastro preciso, è arrivato il lapsus per Baglioni. È stato quando, in apertura di serata, ha annunciato il titolo del brano con cui Ultimo ha vinto il Festival tra le Nuove Proposte: Il ballo delle incertezze è diventato Il ballo delle apparenze. Ma è stato un attimo, perché il direttore artistico ha subito corretto se stesso. Un lapsus leggero, tutto sommato, che ha restituito un Baglioni "umano", con diritto anche di sbagliare. La serata è, quindi, continuata con due ospiti d'eccezione: Laura Pausini e Fiorello. Quest'ultimo "spuntato" di nuovo, anche se soltanto al telefono. Per tutta la settimana la Rai ha mantenuto uno stretto riserbo, anche perché non c'era certezza che l'artista tornasse. E, anche per tenere alta l'aspettativa, il suo nome non era stato inserito nella scaletta della trasmissione. "Dopo un Festival di così successo - ha detto Fiorello - il problema è ora pensare a chi dovrà presentare quello del prossimo anno, mi dicono che la Rai ha già contattato il Papa e Melania Trump...".
La Pausini canta tra la gente in strada
Mentre sul palco cantava Come se non fosse stato mai amore, la Pausini ha lasciato l'Ariston ed è corsa, con il microfono in mano, verso le transenne che delimitano l'accesso al tempio del Festival e lì ha continuato a cantare tra la folla, offrendo anche il gelato a qualche fan perché l'accompagnasse nell'esecuzione del brano (guarda la gallery). Ovviamente era tutto preparato, e lo si vedeva dalla predisposizione del personale di servizio ed anche delle forze dell'ordine che hanno lasciato completamente libera l'area del red carpet. Ma la gente in strada, come pure quella all'interno, non lo sapeva e quindi la sorpresa c'è stata, eccome. E considerando che la Pausini è reduce da una laringite che le aveva impedito di esserci nella serata inagurale, la prestazione è stata al top.
Favino e la Mannoia "cantano" i migranti
Solo sul palco dell'Ariston, Pierfrancesco Favino ha "indossato" i panni di un escluso per raccontare il dramma dell'immigrazione. Lo ha fatto recitando un monologo tratto da La notte poco prima delle foreste, adattamento del testo di Bernard-Marie Koltès, opera che l'attore ha portato in scena a gennaio al teatro Ambra Jovinelli di Roma. È una figura maschile quella che parla, che descrive la condizione di chi deve sempre e solo subire, di chi "viene preso a calci in culo", sempre e comunque. Anche solo per volersi sdraiare sull'erba e raccontare e ascoltare storie. E Favino, su una sedia in un palco vuoto che dava il senso dell'esclusione, aveva gli occhi sempre più lucidi mano a mano che andava avanti. Sul finale del monologo, poi, l'entrata in scena di Fiorella Mannoia che con Claudio Baglioni ha cantato la canzone di Ivano Fossati Mio fratello che guardi il mondo.
Una delle esibizioni più toccanti di tutta la settimana del Festival che ha preceduto la canzone di Ermal Meta e Fabrizio Moro, Non mi avete fatto niente, sulle stragi terroristiche e il ricordo della tragedia delle foibe. "Perché questa pagina tragica del dopoguerra - ha detto la Hunziker - fa parte a pieno titolo della nostra storia nazionale".La classifica finale del Festival
- Ermal Meta-Fabrizio Moro - Non mi avete fatto niente
- Lo Stato Sociale - Una vita in vacanza
- Annalisa - Il mondo prima di te
- Ron - Almeno pensami
- Ornella Vanoni-Bungaro-Pacifico - Imparare ad amarsi
- Max Gazzè - La leggenda di Cristalda e Pizzomunno
- Luca Barbarossa - Passame er sale
- Diodato e Roy Paci - Adesso
- The Kolors - Frida
- Giovanni Caccamo - Eterno
- Le Vibrazioni - Così sbagliato
- Enzo Avitabile e Peppe Servillo - Il coraggio di ogni giorno
- Renzo Rubino - Custodire
- Noemi - Non smettere mai di cercarmi
- Red Canzian - Ognuno ha il suo racconto
- Decibel - Lettera dal Duca
- Nina Zilli - Senza appartenere
- Roby Facchinetti e Riccardo Fogli - Il segreto del tempo
- Mario Biondi - Rivederti
- Elio e Le Storie Tese - Arrivedorci
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