Ha scalzato Joël Dicker dal vertice della classifica dei libri più venduti in Francia. E si è lasciato alle spalle anche Twilight T.5, Midnight Sun di Stephenie Meyer e La vie secrète des écrivains di Guillaume Musso. L'ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, con Le temps des tempêtes (Éditions de l'Observatoire), è lo scrittore più letto dell'estate francese 2020.
Il racconto dei suoi primi due anni all'Eliseo, 523 pagine dove spazia dalla solitudine del potere al matrimonio con Carla Bruni, fino alla crisi economica del 2008 e alle difficoltà di governare la Francia, è stato pubblicato il 24 luglio e ha già registrato 215mila copie vendute, attestandosi al primo posto della classifica settimanale GFK/Livres Hebdo, che riunisce tutti i generi e tutti i formati. Passions, la sua opera precedente, consacrata al percorso che lo ha portato l'Eliseo, è stata per undici settimane consecutive in cima alle vendite nella categoria saggi, con più di 300mile copie nelle case dei francesi. E Le temps des tempêtes, alla luce degli ultimi dati, potrebbe addirittura battere questo record.
«Sarkozy firma il tormentone dell'estate», ha commentato il quotidiano economico Les Echos. Il libro politico dall'afflato letterario è una grande tradizione francese, un trampolino imprescindibile per qualsiasi destino nazionale e allo stesso tempo un genere di successo. Anche uno come François Hollande, poco attento alla cultura e con una ministra, Fleur Pellerin, che ammise di non aver mai letto una riga di Patrick Modiano perché non aveva «tempo di leggere», ha scritto un'opera, Leçons du pouvoir, che è stata acquistata da quasi 150mila francesi. La tradizione del presidente-scrittore risale ai tempi di Charles de Gaulle e ha raggiunto il suo apogeo con François Mitterrand (ai suoi tempi, si diceva che «la letteratura governa la Francia»). L'attuale inquilino dell'Eliseo, Emmanuel Macron, ha continuato su questa scia, attorniandosi di intellettuali e registrando numeri importanti con il suo libro-manifesto, Révolution. Ma nessuno si è avvicinato al successo commerciale di Sarkozy, che in libreria viaggia ai ritmi di Michel Houellebecq. Gli intellettuali di Saint-Germain-des-Prés arricciano il naso dinanzi alle cifre da capogiro di Sarkò e si chiedono come diavolo sia possibile che venda più dei loro amici. Sarkò, si sa, non è mai stato amato dai salotti parigini, il suo linguaggio del corpo oltre che verbale non ha mai trovato i favori di una certa élite, e c'è chi parla di vittoria del «populismo letterario» mentre osserva la classifica delle vendite.
Ma il merito del trionfo sarkozysta, al di là delle smorfie e dei moti di sdegno dei suoi avversari, va anche a una donna, alla «regina dei bestseller politici», come l'ha definita Libération: Muriel Beyer, direttrice delle Éditions de l'Observatoire. Dopo quattordici anni trascorsi tra Flammarion e Plon, questa marsigliese di sessantotto anni si è ritagliata con coraggio e intraprendenza uno spazio privilegiato nel mondo dell'editoria parigina. È andata a cacciare nello stesso terreno dei grandi, Gallimard, Seuil, Albin Michel, privilegiando gli autori di destra. E ha vinto la scommessa.
Il suo prossimo autore di rilievo sarà Carlos Ghosn, l'ex ad di Renault, che assieme alla moglie ha scritto un libro sulla sua vita da latitante in Libano. Per l'uscita, bisognerà aspettare marzo 2021.Difficile, però, che faccia meglio di Sarkozy, autore inatteso del bestseller dell'estate francese.
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