Voyage autour de ma chambre è il titolo di un famoso romanzo di Xavier de Maistre, che si trovò agli arresti domiciliari nel 1794. Viaggio intorno alla mia stanza è anche il sottotitolo del nuovo film di Elisabetta Sgarbi dedicato al fotografo Nino Migliori. Scriveva De Maistre: «Signori leggete. Ho intrapreso e condotto un viaggio di quarantadue giorni intorno alla mia camera. Le osservazioni interessanti che ho fatto, e il piacere continuo che ho provato lungo il cammino, mi facevano desiderare di renderlo pubblico; e a ciò mi ha deciso la certezza di essere utile». L'intento di De Maistre è offrire «una risorsa garantita contro la noia e un addolcimento dei mali» perché «il piacere che si prova a viaggiare nella propria camera è al riparo della gelosia inquieta degli uomini ed è indipendente dalla fortuna».
La «stanza» di Migliori è l'atelier di via Elio Bernardi a Bologna. Qui inizia il viaggio, e anche il film. Entrambi finiscono solo nella memoria dello spettatore. Sono immagini (sia dell'artista sia della regista, in un affascinante gioco di specchi) che non si lasciano dimenticare. Il profano rimarrà innanzi tutto stupito dalla tranquilla ma feroce determinazione con la quale Migliori sperimenta tutte le possibilità della macchina fotografica. Il modo in cui deforma o forse forma le immagini al momento dello sviluppo, con l'aiuto di uno strumento a punta, è arte, inclusa l'arte dell'alchimia. In effetti è proprio l'alchimia a venire spesso alla mente. Per illuminare i volti da ritrarre, Migliori utilizza ombre e luci proiettate da un semplice fiammifero. Il primo pensiero è Caravaggio, il secondo la contrapposizione tra nigredo e albedo (decomposizione e rinascita) nel processo alchemico. Così le sperimentazioni informali, stupefacenti, possono richiamare Emilio Vedova, grande amico di Migliori, ma anche la materia in ebollizione nel crogiolo del mago. Le figure dilaniate attraverso la manipolazione fisica degli scatti ricorda Francis Bacon. Le immagini frantumate dal caleidoscopio (costruito a mano, nello studio) hanno qualcosa di cubista o futurista. Non mancano però momenti di inattesa classicità: un vigile urbano da solo in un incrocio abbandonato delle periferie romane può essere, a sorpresa, un vero e proprio David della borgata. Sulla locandina del film vediamo invece un tuffatore, immortalato nel 1951 nel momento esatto in cui si trova in parallelo con la linea che unisce il cielo al mare. Proporzioni perfette. «Foto scattata per caso» minimizza Migliori nel film.
Infine le nature morte, che possono ricordare quelle del bolognese Giorgio Morandi. Che fascino la strada vicino alla stanza fotografata nel corso degli anni, sempre dalla stessa visuale. A ben vedere quelle di Migliori non sono nature morte ma in attesa di morire. Il volto illuminato rientrerà nell'oscurità non appena il fiammifero sarà spento. Forse, la nostra anima esploderà in mille pezzi, come un'immagine in un caleidoscopio. Perfino il tuffo perfetto è un attimo di transizione verso i misteri e i silenzi del mare.
Elisabetta Sgarbi si allontana dal clima festante del precedente Extraliscio e sceglie un film più breve. Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza dura circa 42 minuti, a richiamare i 42 giorni della passeggiata di De Maistre dalla quale siamo partiti. Il fascino della pellicola è accresciuto dalla colonna sonora di Mirco Mariani, leader degli Extraliscio qui in versione sperimentale. Il film, nel quale Eugenio Lio è coautore del soggetto e aiuto regista, e in cui appaiono anche Marina Truant e Gilda Mariani, è proiettato oggi in anteprima al Maxxi di Roma nell'ambito della Festa del cinema di Roma.
Un film più breve non è un film meno profondo. Si usciva sorridenti da Extraliscio, si esce pensierosi da Nino Migliori.
Cos'è in fondo la vita se non un viaggio intorno alla stanza, in compagnia di chi ci ama, cercando di dimenticare la morte e di cullarci nella speranza di rivedere i nostri cari? Ce n'è abbastanza per dire una preghiera: non perché dio esiste, ma perché dio esista, e tutta la bellezza non appassisca invano.
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