Sfera Ebbasta non è soltanto il nome di uno dei giovani che marchieranno il 2018. È anche l'immagine di un mondo che, come capita a scadenze generazionali, viene compreso soltanto dal pubblico di riferimento e quindi rifiutato o criticato da tutti gli altri. Per ora. Ieri Gionata Boschetti, nato nel 1992 a Sesto San Giovanni in provincia di Milano, capelli bicolore con il fucsia che spicca, ha presentato il disco Rockstar (prodotto con l'alter ego Charlie Charles) che ha ottimi featuring e, soprattutto, una marcia in più nei testi.
Ci sono brani come Serpente a sonagli o Uber oppure Ricchi x sempre che hanno intuizioni linguistiche come raramente capita di incontrare e trasformano questo disco in uno di quelli che potrebbero sdoganare un genere musicale (al momento) confinato in una fascia anagrafica under 24 anni. «Prima mi dicevano che la trap (ossia una costola del rap piena di suoni dub, autotune e derivazioni trip hop - ndr) non sarebbe andata da nessuna parte. Ora sono famoso e ho ricevuto già tantissime telefonate da coloro che allora mi avevano bocciato».
In fondo Sfera Ebbasta è l'immagine di una gioventù che sarebbe troppo facile criticare ma è il risultato del nostro tempo. «Io parlare di politica? Ma se non ci capisco nulla, come faccio a parlarne a ragazzi che non ci capiscono nulla? », dice lui, che ha uno slang un po' troppo simile agli altri rapper, vanta molta autostima («Sono il re del Trap») e adesso si ritrova a fare la prova del nove.
Con Rockstar e con il tour che parte dal Vox Club di Nonantola il 7 aprile deve dimostrare di essere davvero il re oppure di un universo, quello della musica under 30, al momento privo di un autentico aspirante al trono.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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