Niente da dire, Litfiba (che, ricordiamolo, è l'acronimo di L'Italia, Firenze, via de Bardi, dove nacquero nel 1980 in una fumosa cantina) è un marchio che funziona sempre. Dopo 23 anni che la formazione originale non suonava più insieme, è bastato l'annuncio di quattro concerti milanesi all'Alcatraz, in cui ripropongono il loro repertorio anni '80, per creare il tutto esaurito sia nelle date di ieri e mercoledì (due successoni) sia nei prossimi show previsti il 24 e 25 marzo.
Qual è il vostro approccio a questo tuffo nel passato?
«Cerchiamo di essere il più filologici possibile, facendo suonare attuali i vecchi pezzi rispettando lo spirito di quell'epoca».
Come siete cambiati?
«Il rock è sempre la nostra guida. Un tempo eravamo più selvaggi, sul palco non avevamo neppure il metronomo. Cominciavamo un brano con un ritmo e arrivavamo alla fine accelerando in modo pazzesco, dipendeva dal tasso alcolico, ma siamo ancora pazzi come un tempo».
Cioè?
«Tanto pazzi da incidere un doppio album dal vivo, che uscirà in marzo, proprio in queste due prime date milanesi, mentre sarebbe saggio farlo negli ultimi concerti quando il meccanismo è rodato. I vecchi brani sono talmente complessi, con cambi di ritmo e di struttura, non è facile riprenderli. Ma abbiamo ritrovato subito l'atmosfera giusta grazie ai fan. Tra il pubblico ci sono almeno tre generazioni».
Quali sono i brani che vi soddisfano di più?
«Paradossalmente quelli che abbiamo eseguito meno in carriera come Elettrica danza o Guerra, ma siamo soddisfatti di tutto il repertorio».
Cosa vi aspettate da questa reunion?
«Tutto è nato spontaneamente dal Primo giugno scorso, quando a Firenze abbiamo suonato cinque brani per ricordare la scomparsa del nostro batterista Ringo. Da allora ci è parso doveroso e naturale continuare insieme. Ci aspettiamo una buona qualità del suono, quello sì».
Com'è il rock oggi rispetto al
«Oggi tecnicamente ci sono più opportunità ma poche prospettive discografiche. Noi spingiamo i giovani a scrivere e a non fare solo cover. Due band da tenere c'occhio sono i Mancomale e gli Antinomia».
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