Con l'ultima puntata della stagione di Che tempo che fa dello scorso 31 maggio, Fabio Fazio ha salutato Rai2. Il suo programma non chiuderà ma l'anno prossimo è stato nuovamente destinato alla terza rete dell'azienda pubblica, laddove tutto era cominciato nel lontano 2003. Tutto è pronto per il trasloco, che per qualcuno potrebbe sembrare una retrocessione ma che in realtà per lui ha più il sapore di un ritorno a casa. Gli ascolti della stagione non sono stati eccellenti per Fabio Fazio, che per tutta la stagione ha avuto come competitor altri due talk. Se Live - Non è la d'Urso è sempre stata irraggiungibile per Che tempo che fa, con Non è l'Arena la lotta per il secondo posto è sempre stata serrata. Fabio Fazio pare stia premendo affinché al cambio di rete corrisponda anche un rinnovo contrattuale, ma su questo aspetto sembra che ci siano non pochi malumori in quel di Viale Mazzini.
L'intento dello scaltro Fazio è quello di ottenere dalla Rai un prolungamento di contratto fino al 2023, visto che quello in essere scadrà il prossimo anno. Il conduttore ha ancora un intero anno di contratto e, quindi, un'intera stagione davanti a sé e non ci sono motivi apparenti per trattare il rinnovo del contratto già adesso. Questo è il pensiero di Riccardo Laganà, consigliere Rai eletto dai dipendenti, che ha spiegato i suoi intenti all'Adnkronos: "Ho inviato una lettera a tutto il Cda per avere chiarimenti rispetto alle indiscrezioni uscite su alcuni organi di stampa sull'ipotetica trattativa tra l'agente di Fabio Fazio e la Rai ". Laganà riconosce a Fabio Fazio "l'importante contributo editoriale che ha portato in questi anni", ma in questo momento di così forte emergenza fa appello si appella al senso di reponsabilità.
Riccardo Laganà frena il rinnovo del contratto di Fabio Fazio. Il consigliere porta argomenti inattaccabili, che si basano sull'interesse degli investitori che pagano le pubblicità. Maggiori sono gli ascolti, maggiori dovrebbero essere gli investimenti, ma il consigliere non ci sta e lo considera un assunto poco realistico nell'attuale scenario economico. Con l'emergenza Covid, Laganà riferisce che la Rai avrebbe perso almeno 100 milioni di euro di investimenti rispetto allo scorso anno. Una cifra enorme, che viene a mancare dai budget per la realizzazione dei contenuti aziendali. Per questa ragione il consigliere si chiede se in azienda siano in atto azioni di rinegoziazione per ridurre gli altissimi costi per le collaborazioni (come quella di Fazio, appunto) e i contratti in esclusiva. Quello di Fabio Fazio prevede un compenso di 2,2 milioni annuali per il conduttore, che produce il programma con la sua società L'Officina, di cui Magnolia è proprietaria solo per metà.
Alla luce del momento di forte crisi derivante dalla riduzione sostanziosa della raccolta pubblicitaria, Riccardo Laganà si interroga anche sull'effettiva presenza nei contratti Rai della clausola che prevede la "la possibilità di rinegoziazione nelle ipotesi di 'eccessiva onerosità sopravvenuta' e per fattori non preventivabili come la crisi economica e sanitaria in corso". In relazione a questo, il pensiero di Laganà va ai lavoratori dello spettacolo, colpiti profondamente dalla scure del Covid: "L'ipotesi di rinegoziazione del contratto del collaboratore Fazio, con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza appare quantomeno indelicata nei riguardi anche di tutte le lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, arti, cultura e dell'audiovisivo, nonché per tutto l'indotto in grave difficoltà".
A rincarare la dose contro Fazio ci ha pensato Michele Anzaldi, consigliere di maggioranza, che ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano Il Tempo: "Il mega contratto a Fazio, secondo un esperto del settore come il professor Siliato, non si ripagava nemmeno su Rai1". Il consigliere fa notare che il programma di Fazio su Rai1 abbassò la media di rete e non raggiunse nemmeno il 15% di share. Ancora peggio sono andati gli ascolti di quest'anno su Rai2, dove Che tempo che fa ha perso 1 milione di telespettatori e non ha raggiunto nemmeno il 9% di share. "Tutti i costi, però, sono rimasti invariati", ha sottolineato Michele Anzaldi.
Un siluro potentissimo che colpisce in pieno il conduttore di Che tempo che fa: "Non faceva pari neanche su Rai1, come ammise lo stesso Fazio in un'intervista, figuriamoci su Rai2 con ascolti dimezzati".
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