Spider-Man è caduto nella tela degli Avengers

di Jon Watts con Tom Holland, Jake Gyllenhaal, Zendaya, Cobie Smulders

L'ultimo atto di Spider-Man - Far From Home - sarà il primo della serie Marvel, probabilmente lunga, con la condanna del recensore che ricade sul lettore. Dire e non dire. Quindi, leggere senza capire. E se uno non spiega, l'altro non si fa un'idea. Concetto sintetizzato nel «No spoiler, please». Tom Holland, anello di congiunzione tra il vecchio eroe che sfoggia una tuta nera per poi spostarsi sul più classico defilé dell'Uomo Ragno, sopravvive alla fine degli Avengers ma l'ambiguo Mysterio - un Jake Gyllenhaal sorprendentemente evolutosi dal cowboy gay di Brokeback Mountain in sciacallo e ora nell'amico-nemico di Robert Parker, alias Spider-man - sovrappone realtà a illusione e immaginazione per rivendere come autentica un'originale bugia. Lui è il salvatore e l'aracnide volante il cattivo di turno. Naturalmente si tratta di un capovolgimento di ruoli, giocato su una delle ingenuità umane più frequenti. Chi è innamorato, generalmente è più suonato di chi non lo è. E Parker, invaghito della ruvida Michelle, cade nella trappola, ma i suoi mentori troveranno il modo di aprirgli gli occhi. Spiritoso e ironico quanto basta per non essere solo un film di fantascienza o fantasia ma capace di svagare ridendo e prendersi sul serio ma non troppo, Far from home impone alcune considerazioni. Punto primo anche gli ex eroi di fumetti e cartoni non possono più vivere senza supereroi. Un segno dei tempi, mescolato ai telefonini di cui si servono Parker e compari. Secondo, orfani degli Avengers, non vorrete mica restare a piangere il caro estinto, vero E allora eccovi una sorta di resurrezione. Terzo, realtà e finzione si accavallano a livello tematico ma si coniugano drammaticamente con la vita, anch'essa un più o meno gradito cocktail di vero e falso all'apericena della quotidianità. Quello che si vede rappresenta e corrisponde all'immagine del reale o ne è una proiezione arbitraria.

Rebus che si accompagna ai giorni e il grande schermo inesorabilmente riflette. Caro lettore, affamato degli eroi che non hai, ovviamente questo non è tutto ma solo una parte del gioco. Consiglio. Dal cinema non uscire. La sigla di coda non vuol certo dire che sia finito il film

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica