Staglieno resta penna principe di casata nobile

Antonio Armano

Quand'era ragazzo Marcello Staglieno partecipò, col padre Aldo Luigi, alla ricerca delle spoglie di Ernstel, il figlio di Ernst Jünger, caduto nel '44 sulla linea Gotica. Lo scrittore di Tempeste d'acciaio riconoscerà il primogenito da un portasigarette e potrà piangerlo nel cimitero di Wilflingen... In un episodio così duro e romantico si può vedere il segno di una tradizione dove non solo la cultura ma anche l'impronta dello spirito antico si trasmette alla stessa età in cui oggi si va a Gardaland.

Importante nella formazione di Staglieno il ruolo della madre, Lorenza Canepa, che lo asseconda nel tradire i doveri universitari (Chimica) per le letture amate. Anche se nel percorso di un intellettuale del '900 i maestri si frequentano dal vivo: Henry Furst, Ansaldo, Giuseppe Prezzolini che lo presenterà a Montanelli, il quale gli commissionerà un libro su Nino Bixio, nel '73. L'anno dopo Staglieno partecipa alla fondazione del Giornale, dove lavorerà 18 anni.

Ripercorro le vie principali della vita di Staglieno leggendo il profilo biografico contenuto in un volume che tratta della storica famiglia patrizia genovese, curato da Andrea Lercari: Gli Staglieno (Sagep Editori) che sarà presentato oggi a Milano, alla Biblioteca Sormani (ore 17,30). Proprio qui, nella stessa sala del Grechetto, Marcello Staglieno presentò il libro su Longanesi scritto con Montanelli. Era il 1984 e il libro in realtà è frutto della (sola) penna di Staglieno... Nel lavoro di giornalista e scrittore ricordiamo poi le interviste con i «vinti», come Albert Speer, l'architetto di Hitler, ed Eugen Dollman, capo dei servizi segreti nazisti in Italia...

«Divorziando» da Montanelli, Staglieno nel '92 lascia il Giornale e s'impegna in politica e ricopre la carica di vicepresidente del Senato. Legato a Gianfranco Miglio, abbandona la Lega dopo il «ribaltone».

Sempre nel saggio biografico, leggiamo dei suoi soggiorni giovanili in Argentina e Congo, nell'azienda di famiglia che trattava carne e caffè. Tutto parte e tutto torna a Genova, città così chiusa e aperta al mondo, dove Staglieno è nato in via Trebisonda verso il Natale del '38.

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