Storia vera interessante ma troppo piatta

Dopo aver aperto la Festa del Cinema di Roma, arriva oggi nelle sale questo biopic che ci consegna uno dei probabili favoriti per i prossimi Oscar

Storia vera interessante ma troppo piatta

Dopo aver aperto la Festa del Cinema di Roma, arriva oggi nelle sale questo biopic che ci consegna uno dei probabili favoriti per i prossimi Oscar. Jessica Chastain è una perfetta Tammy Faye, la telepredicatrice diventata famosa, con il marito Jim Bakker, negli anni '70 e '80 per la geniale creazione di un loro canale televisivo religioso capace di parlare alla gente. È perfetta, soprattutto, nell'incarnare lo sguardo (da cui il titolo) di Tammy, ricco di sfumature che si alternano fra gioia e dolore, contornato da quel trucco pesante quasi a voler implicitamente riconoscere di essere, come in una recita, un personaggio pubblico ben diverso dal privato. Folgorata fin da bambina dal crocifisso, la Faye si iscrive al North Central Bible College di Minneapolis, dove conosce Jim Bakker, l'uomo che diventerà non soltanto suo marito e padre dei suoi figli, ma anche suo partner di affari.

Sono loro, infatti, a inventarsi il Jim and Tammy Show del programma The PTL Club, in cui riescono a parlare ai bambini anche di argomenti delicati, acquisendo grande notorietà e l'invidia dei colleghi. Tammy, in particolare, ha la capacità empatica di entrare in sintonia con il pubblico di ogni ceto sociale, trattando anche temi apparentemente tabù come l'Aids o l'omosessualità. Il successo cresce, così come aumentano le entrate, permettendo ai due di condurre una vita sfarzosa e di dedicarsi a iniziative particolari. Una di queste è il parco Heritage USA, una sorta di gigantesca Disneyland religiosa. Nel pieno della popolarità, però, la coppia viene travolta dalle accuse di Jessica Hahn, la quale accusa Jim di averla prima stuprata e poi comprata, con molti dollari, per mantenere il silenzio.

Questa dicotomia tra immagine pubblica e realtà privata è il filo conduttore del film diretto, non sempre bene, da un Michael Showalter che relega Andrew Garfield (ultimamente onnipresente) a un ruolo quasi macchiettistico. Peccato, perché anche i dialoghi in alcuni momenti non aiutano a far decollare una storia, comunque interessante e dai vari spunti (come il prezzo del consenso), ma troppo appiattita, neanche fosse un compitino.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica