In amore non vince chi fugge. Anzi, in quel mondo così complesso che sono i sentimenti umani ha la meglio solo chi è più furbo e chi è capace di giocare bene le sue carte. Joe Goldberg (Penn Badgley) sa come raggiungere i propri scopi. Peccato che la ricerca del vero amore sia guidata da un senso di morbosità che ha radici profonde nel suo passato di bambino disturbato e vessato psicologicamente. Poche parole appena per descrivere i tratti peculiari di You, la serie di Netflix che dal 15 ottobre torna in catalogo con i dieci episodi della terza stagione (la quarta è stagione è stata già confermata). Un successo insperato per il thriller psicologico che continua a macinare un consenso dopo l’altro, nonostante siano passati ben quattro anni dalla trasmissione del primo episodio.
In onda negli Stati Uniti dal settembre del 2018, la serie solo in un secondo momento è diventata un’esclusiva di Netflix. La prima stagione è stata trasmessa su Lifetime, network a pagamento celebre per una programmazione tutta al femminile, poi con l’arrivo della seconda, la serie tv è stata acquistata dal colosso dello streaming che ha prodotto i nuovi episodi. Il racconto è intrigante e coinvolgente, ma You non è di certo una serie esente da difetti. Convince perché racconta il lato oscuro dei sentimenti umani, attraverso le vicende di un personaggio in perenne conflitto con se stesso.
La nuova vita di Joe in un quartiere sub-urbano. Cosa succede nella terza stagione
Costretto a fuggire da Los Angeles, l’ex librario di New York ora vive in un delizioso quartiere della California del Nord insieme a Love (Victoria Pedretti), che ha sposato in tutta fretta, e a suo figlio Henry. A Madre Linda la vita scorre placida e serena, soffocata da una routine che Joe non riesce proprio a tollerare. Il giovane nonostante abbia tutte le intenzioni di tenere a bada i suoi istinti, cade vittima delle vecchie abitudini riversando sulla solitaria vicina di casa le attenzioni da stalker morboso.
Joe non è l’unico ad avere dei seri problemi. Love non è da meno. Tante è vero, che in un raptus di follia uccide la vicina di casa, confidente di Joe, e costringe il marito a nascondere il corpo. I due così sono costretti, di nuovo, a guardarsi le spalle temendo per la loro stessa incolumità e per quella del piccolo Henry. Joe ancora una volta si trova a fare i conti con il suo passato, Love con le azioni sconsiderate che ha commesso, tanto da far emergere le insicurezze e le paure di una donna infelice. Anche i residenti di Madre Linda, però, hanno molti segreti da nascondere che verranno a galla in un crescendo di colpi di scena.
Un "Desperate Housewives" dai toni (troppo) dark
Stilisticamente, la terza stagione di You (che abbiamo visto in anteprima) è migliore rispetto alla precedente che aveva faticato nel trovare una storia coesa. Anche se, per il momento, il primo arco narrativo è quello più riuscito grazie alla sua storia complessa e coinvolgente, per il ritratto di una New York crepuscolare, e per aver pennellato in maniera impeccabile le paturnie di un giovane dai seri problemi psicologici. Joe resta ancora l’indiscusso protagonista, ma la serie tv che cerca di sopravvivere in un affollato panorama racconta con non pochi difetti i risvolti della vicenda.
Alla ricerca della felicità da parte di Joe si aggiungono i dubbi e le paure di una donna che non ha ancora sconfitto i fantasmi del proprio passato. Ma non è tutto. La terza stagione di You assume sempre di più i contorni di una soap-opera torbida e malsana dove non ci sono vinti né vincitori. A prevalere sono i toni dark e le battute graffianti, ma è come se ci si trovasse di fronte a una versione maschile e più incisiva di Desperate Housewives. In cui il pettegolezzo becero e le storia di donne sull’orlo di una crisi di nervi sono sostituite dal flusso di coscienza di Joe, costretto a fare a botte con i suoi istinti più pericolosi.
Perché vedere You?
Eppure, nonostante una storia surreale e che (a volte) rasenta il ridicolo, lo show di Netflix ha racimolato un consenso dopo l’altro. Tutto grazie al personaggio di Joe che convince proprio per le sue caratteristiche fuori dal comune. È un uomo bello, è intelligente, è un grande lettore, è capace di essere romantico ma al tempo stesso calcolatore e violento, è anche subdolo, ipercritico con se stesso e fermo nelle sue scelte. You è da vedere perché non è solo un thriller dai risvolti psicologici, ma perché è una serie che esplora i labirinti del cuore, facendo emergere tutte le paure e le fantasie più profonde insite nell’animo umano. Colpisce proprio perché si racconta la ricerca del vero amore attraverso la vicenda di un uomo complessato ma dal fascino seducente.
Una serie che parla di vaccini e no-vax
C’è da aprire una piccola parentesi su gli episodi due e tre della terza stagione, i quali affrontano di petto un problema che sta attanagliando la narrazione politica delle ultime settimane. Anche You, come le tante serie prodotte nell’ultimo anno, parla di Covid, accennando a lockdown, restrizioni, vaccini e no-vax. Si intuisce molto chiaramente che la serie è ambientata dopo la fine del confinamento che ha coinvolto l’America durante la primavera del 2020. É Joe, durante uno dei sui flussi di coscienza, che rivela come una parte della popolazione sia stata sottoposta all’inoculazione del vaccino e, al momento, non ci siano restrizioni di nessun genere.
La storia, però, oltre a parlare di Covid e di infezione, riflette su quanto sia importante essere vaccinati, e su quanto sia difficile trovare una ragione in fondo alle "pretese" dei no-vax. La serie tv lo racconta in maniera forte, ma con una presa di posizione ben precisa. Durante i primi episodi della terza stagione, il figlio di Joe e Love contrae il morbillo. A oggi è una malattia curabile ed esiste un vaccino efficace. A sua volta, lo stesso Joe viene infettato perché da ragazzo non si è sottoposto alle cure preventive. Nella ricerca su chi possa essere il "paziente zero", la colpa ricade sui vicini di casa in quanto sfavorevoli a un vaccino contro il morbillo (e qualasiasi altra malttia) perché non "conoscono le componenti del siero". Che sia Covid o morbillo, questa vicenda di "ordinaria follia" ha aperto un dibattito su cosa è giusto e cosa è sbagliato per la salute del singolo e della comunità. Ed è bello che una serie di puro intrattenimento sensibilizzi il pubblico su un argomento così importante.
Prima c'era il romanzo di Caroline Kepnes
Le vicende di You sono ispirare ad un omonimo romanzo che è stato pubblicato negli States nel 2004, restando ai vertici delle classifiche di vendita per 8 settimane. L’autrice, che è anche produttrice della serie tv, è tornata a raccontare la storia di Joe in Hidden Bodies (Corpi nascosti), pubblicato nel 2016 e attualmente è al lavoro ad altri due romanzi legati al franchise.
Qui in Italia, per Mondadori, è stato pubblicato solo il primo volume ma i successivi sono attesi per i prossimi mesi. La critica è stata molto benevola per l’autrice definendo il suo romanzo "una storia intima, perversa e sconvolgente che si legge tutta d’un fiato".
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