Nessun albero può stare all'ombra di una quercia, fatta eccezione per quegli alberi che a propria volta sono querce maestose. Fuor di metafora, artisti del calibro di Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi, Macario e Nino Taranto funzionavano perfettamente al fianco di Totò perché erano alla sua altezza. Il libro Totò con i quattro (Apeiron Edizioni) è un volume interamente dedicato a loro, al racconto minuzioso dell'amicizia fra il Principe e i suoi partner di scena più stellati. Di un racconto si tratta perché gli autori Ciro Borrelli e Domenico Livigni, pur riportando episodi realmente accaduti, hanno creato «location» immaginarie, al cui interno ciascuno dei quattro offre la sua personale testimonianza sul compianto amico. Il primo a parlare è Peppino De Filippo. In un dialogo fittizio (ma attinente alla realtà) con Borrelli, Peppino fra le altre cose ricorda di quando Totò gli salvò la vita, suggerendogli di trovarsi un nascondiglio perché i fascisti erano lì lì per caricarli tutti su un treno e deportarli in Germania.
Nel secondo capitolo, Livigni porta a termine un compito difficile: immedesimarsi in Macario, nella sua reazione alla morte di Totò. Partendo da un dato reale, ovvero che l'attore in quella mattina interruppe le prove del suo spettacolo, l'autore del libro è riuscito a immaginare un Macario assorto nel pensiero di Totò. Il terzo capitolo, dove Borrelli raffigura se stesso come un bambino che incontra Nino Taranto, restituisce ai lettori l'ammirazione totale che Taranto provava verso Totò. Infine la parola viene data a Fabrizi che aveva un affetto profondo per il compagno di lavoro, al di là degli screzi che pure non mancarono.
Totò
contro i quattro è l'unico film che li vide tutti insieme, ma quel titolo appartiene alla finzione scenica. Nella realtà succedeva invece che alleandosi con essi, e non mettendovisi contro, il Principe dava il meglio di sé.
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