Come trovare lavoro? Fare lo strip tease in The Full Monty

Arriva il musical italiano, con due disoccupati veri, tratto dalla commedia in cui gli operai si riciclano come spogliarellisti

Come trovare lavoro? Fare lo strip tease in The Full Monty

La storia la ricordano tutti. E qualcuno - forse - la sta perfino vivendo. Licenziati dalla loro fabbrica in crisi, sei operai evitano il lastrico improvvisandosi spogliarellisti. Una commedia divertente su un dramma autentico. E attualissimo. Ma la novità vera di The Full Monty (musical tratto dall'omonimo film inglese del 1997, il 30 in prima italiana al teatro Sistina di Roma) sta nel cast. Che col cinismo della trovata ben azzeccata, il regista Massimo Romeo Piparo ha composto affiancando a cinque professionisti che si fingono disoccupati - Pietro Sermonti, Sergio Muniz, Paolo Ruffini, Paolo Calabresi - due disoccupati autentici. Una sorta di omaggio simbolico - dice lui - all'attualità del soggetto. «Veramente all'inizio cercavo un disoccupato solo - precisa, con minuziosa perfidia - Poi ne ho scovati un paio talmente giusti che per assumerli entrambi ho fatto a meno d'uno spogliarellista vero». Disperazione del vero spogliarellista a parte (ma forse non era ancora stato ingaggiato), l'entusiasmo dei due attori improvvisati fa tenerezza. Il loro impaccio da pesci fuor d'acqua, unito all'incredulità di chi si sente un miracolato, ricorda la fiera delle illusioni che, da Bellissima di Visconti in poi, ha nutrito tutti quelli che guardano al mondo dello spettacolo come al riscatto dai propri guai. In effetti, sulla faccia buona di Marco Serafini, 38 anni, torinese, ex impiegato d'una ditta di pulizie ed ex rappresentante, per quasi un anno nullafacente, si legge più trepida speranza che certezza d'averla sfangata. «Mai pensato di fare l'attore. Mica sono uno stupido: lo so che prima di me ce ne sono centomila meglio di me. Intanto, però, per almeno un anno ho un contratto regolare. Dopodiché Dio provvede». Ai provini ha partecipato solo perché era lunedì; «e il lunedì, per un disoccupato, è la giornata peggiore. Ricomincia la settimana, tutti riprendono a faticare... e tu non hai nulla da fare». Mai fatto sogni di lustrini e paillettes: «L'importante era cambiare mestiere. Ero più sereno quand'ero a spasso che quando facevo il rappresentante». Ed è finito col diventare uno dei sei protagonisti d'una commedia musicale. Perché è bravo a cantare e ballare? «Macché - ridimensiona Massimo Romeo Piparo -. Io non li volevo bravi. Semplicemente “veri“».

E bisogna riconoscere che la curiosa operazione è stata sottratta a speculazioni troppo morbose: «Ci siamo rivolti direttamente ai sindacati torinesi. Per renderla ancora più vera, infatti, la storia è stata trasferita dalle periferie delle acciaierie londinesi a quelle della nostra città più industriale. Ci hanno inviato settanta lavoratori privati d'impiego negli ultimi ventiquattro mesi». A stemperare un po' la cosa dai suoi aspetti patetici («Quei provini sono stati il vero Full Monty - commenta Sermonti -. Ho visto canuti sessantacinquenni disposti a tutto, pur d'avere la parte») provvede l'entusiasmo dell'ex falegname Simone Lagrasta. Molto più ottimista e sicuro di sé, al confronto del collega disoccupato. Forse perché ha solo 24 anni. «Lo confesso solo ora, ma fare l'attore è sempre stato il mio sogno - esclama col sorriso a 36 denti e l'adrenalina a 100 -. Sapete che vi dico? Io ci provo. Non sarò De Niro, però se mi hanno preso qualche numero ce l'avrò. Fidanzata, familiari, amici: tutti fanno il tifo per me». A proposito di fidanzate: il particolare, non trascurabile, dello spogliarello integrale cui allude il titolo (full monty: «servizio integrale») preoccupa le compagne degli attori veri. Figuriamoci quelle degli attori improvvisati. «La mia non ha problemi. Però mi controlla da lontano, col GPS - scherza (ma non troppo) Serafini- E poi, se lo spogliarello lo facessi da spogliarellista protesterebbe. Ma lo faccio da attore. È solo una cosa ironica...». Nemmeno gli amici l'hanno sfottuto, considerato che non ha il fisico di Adone. E poi il regista ha il suo asso nella manica. Sul quale ha ordinato però silenzio assoluto.

«Lo spogliarello lo faremo integrale. Solo che al clou un artificio tecnico... impedirà una vista totale». Gioco di luci? Provvidenziali slippini? «Non me lo chieda. Non vorrei cominciare la mia carriera d'attore trasgredendo gli ordini del regista».

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