Finalmente anche la principessa Beatrice ha coronato il suo sogno d’amore con il conte e imprenditore italiano Edoardo Mapelli Mozzi. La storia di questo sospirato matrimonio è stata piena di impedimenti, dallo scandalo Epstein in cui è coinvolto il padre della sposa, il principe Andrea, fino alla pandemia che ha scombussolato le vite e i piani dell’intera umanità. La principessa Beatrice ed Edoardo, però, sono riusciti ad aggirare tutti gli ostacoli, organizzando delle nozze degne di questo nome. Poco importa che abbiano dovuto rinunciare al lusso e alla grandiosità che, di solito, caratterizza questo tipo di eventi (non accadeva da 235 anni di celebrare delle nozze reali private). Le scelte “stilistiche” della coppia rimarranno nella memoria di esperti reali e di fan.
La cerimonia si è tenuta nel più stretto riserbo lo scorso 17 luglio, alle 11 di mattina, nella All Saints Chapel in Windsor Great Park. A quanto pare la principessa Beatrice voleva assolutamente che i nonni fossero presenti, per questo avrebbe optato per la cappella che si trova a Windsor, dove la regina e il marito stanno trascorrendo la quarantena. Pochi invitati, 14 per la precisione, tra amici e parenti che, riporta il Daily Mail, hanno pranzato con un menù a base di trota come antipasto e filetto come piatto principale. Guardando le prime foto ufficiali pubblicate sul profilo Instagram della royal family, il primo particolare che salta all’occhio è il vestito della sposa.
Niente stilisti di fama mondiale, nessuna creazione studiata a tavolino da esperti di moda. Come hanno fatto notare i tabloid, la regina Elisabetta ha donato alla nipote un suo abito degli anni Sessanta (e non da sposa), riadattato per l’occasione. Una scelta davvero sentimentale, che sembra fin troppo low profile, invece è di un’eleganza unica. La sovrana sfoggiò l’abito circa 50 anni fa per ben due volte. La prima a Roma nel 1961 (sarà un caso, visto che lo sposo è italiano?), la seconda per l’apertura del Parlamento nel 1967. Il vestito, taffetà con organza e seta color avorio e preziosi ricami di perle e diamanti, è stato creato per Sua Maestà dallo stilista Norman Hartnell, ma nella versione “rivisitata” per il matrimonio di Beatrice c’è lo zampino della leale Angela Kelly e di Stewart Parvin.
La sposa, poi, indossava una tiara da sogno, la Queen Mary’s Fringe Tiara, che ha un incalcolabile valore storico e simbolico. Il gioiello è stato posato sul capo della sovrana il giorno del suo matrimonio con Filippo, nel 1947. Non solo. Anche la principessa Anna, figlia della regina, sfoggiò la tiara per le sue nozze con Mark Phillips nel 1973. Elisabetta II ha voluto omaggiare la nipote con questi due splendidi regali per compensarla, in qualche modo, della sofferenza che ha dovuto patire a causa dello scandalo Epstein e della pandemia, ma forse questa non è l’unica spiegazione.
Il vestito e la tiara sono gli emblemi di una continuità familiare e comunicano un senso di appartenenza e di identità che si rinnova a ogni generazione. Infatti in origine i diamanti che compongono questa tiara appartenevano a una delle collane della regina Vittoria. Nel 1919 Mary di Teck ereditò il monile e decise di trasformarlo in un diadema sullo stile di quelli che fino a pochi anni prima avevano coronato le teste delle zarine russe (in effetti ricorda vagamente il kokoshnik russo). La tiara passò poi alla Regina Madre, che la prestò alla figlia per il suo matrimonio (ribadiamolo, Elisabetta II non la ricevette in dono per le nozze, solo in prestito e la ereditò solo alla morte della madre).
È comprensibile che la Queen Mother non si sia voluta separare da un gioiello simile fino all’ultimo respiro. Parliamo di una tiara realizzata con 47 brillanti separati da 46 punte removibili. Raffinatezza allo stato puro. C’è anche un’altra curiosità su questo gioiello. Può essere indossato sia come tiara che come collana. Il giorno del suo matrimonio, però, la giovane Elisabetta ancora non conosceva questo dettaglio. Per sbaglio toccò un gancetto e la tiara si “scompose” in modo da essere messa al collo. Lilibet era disperata, perché non riusciva a ripristinarne la forma originaria. La aiutò un gioielliere di Garrard, mentre secondo la “leggenda” la Regina Madre avrebbe detto con aplomb britannico: “Abbiamo ancora due ore e tante altre tiare a disposizione”.
Per quanto riguarda il bouquet della principessa Beatrice, in cui spiccano rose e gelsomini, non può sfuggire la presenza del mirto. Sembra si tratti di una tradizione che risalirebbe ancora una volta alla regina Vittoria. La RVH Floral Designer di cui è co-proprietario Patrice Van Helden ha composto questo bouquet con i fiori provenienti da Savill Garden e dal Windsor Great Park. Un altro particolare di queste nozze indimenticabili ha per protagonista il principe Andrea, o meglio, la sua presenza-assenza. Secondo le fonti, infatti, sarebbe stato il duca di York ad accompagnare la figlia all’altare, come da rito. Eppure non vi è traccia della sua regale persona nelle foto ufficiali. A dire il vero non compare neppure Sarah Ferguson. È la prima volta nella storia dei Windsor che accade una cosa simile.
Secondo le indiscrezioni la regina Elisabetta avrebbe consigliato ai genitori della principessa Beatrice di rimanere nell’ombra, partecipando all’evento in forma privata, senza farsi fotografare (almeno per quel che concerne le foto destinate alla diffusione). Per il principe Andrea, ormai ritiratosi dalla scena pubblica, questo sarebbe il prezzo da pagare dopo mesi di vicende scandalose. Negli scatti ufficiali vediamo solo la regina e il principe Filippo (più vivo che mai) accanto alla nipote e al marito. Nessun altro, come a ribadire il ruolo preminente dei regali nonni in questo periodo complicato della vita di Beatrice.
Infine un po’ di romanticismo. Durante la cerimonia sono stati letti due brani molto poetici. Il primo è il Sonetto 116 di Shakespeare (“amore non è amore se muta quando scopre mutamento”, recitato da Sarah Ferguson). Il secondo, letto dalla madre di Edoardo Mapelli Mozzi, è il componimento “I carry you in my heart” di Edward Estlin Cummings.
Proprio questi versi sono stati condivisi dallo sposo sul suo profilo Instagram e recitano così: “Il tuo cuore lo porto con me. Lo porto nel mio. Non me ne divido mai. Dove vado io, vieni anche tu, mia amata; qualsiasi cosa sia fatta da me, la fai anche tu, mia cara”.
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