Quando c'è di mezzo Edward Hopper, niente è davvero ciò che sembra. Il pittore che ha creato il miglior distillato su tela dell'American way of life novecentesca, è stato parsimonioso di dettagli. Ma le sue visioni così spartane sono diventate la quintessenza del dramma, un fermo immagine cinematografico carico di tensione e sospensione. Tutto è ordinario e straordinario insieme, se a ritrarlo è Hopper (1882 - 1967): i paesaggi di Cape Cod, le vetrine dei negozi, i bar, le stazioni di benzina e quel che ruota attorno alla cosiddetta roadside culture. Persino i suoi libri mastri, certosino inventario di sessant'anni di carriera, sono diventati un'opera d'arte: si tratta di tre volumi completi, e altri due parzialmente redatti, acquistati per pochi centesimi dalla moglie Josephine Nivison (per tutti, Jo) e ora prezioso tesoro conservato al Whitney Museum of American Art di New York. Li possiamo vedere parzialmente riprodotti in Edward Hopper. Dipinti e disegni dai libri mastri. The artist's ledger books, un'edizione che Jaca Book pubblica in italiano corredata dai saggi di Deborah Lyons e Brian O'Doherty (pagg. 152, euro 50). Nei libri mastri sono stati inventariati tutti i dipinti di Hopper con relative informazioni di vendita (dimensioni dell'opera, materiale usato, data dell'affare, prezzo, acquirente) accostati a schizzi schematici e disegni dell'opera stessa. È stata proprio la moglie Jo a essersi fatta carico del grosso del lavoro.
Pittrice affermata prima dell'incontro con Hopper e già studentessa alla New York School of Art, Josephine Nivison aveva appreso dall'adorato maestro Robert Henri (docente anche di Hopper, ma da lui sempre mal digerito), l'arte tutta americana di «costruirsi una carriera». Jo comincia il primo libro mastro di Hopper negli anni Venti, quando lui non è ancora nemmeno un pittore di professione (per mantenersi faceva l'illustratore); lei però - fresca sposa e futura musa, nonché unica modella, confidente e agente di Hopper - ci crede e inizia facendo le cose per bene: «Edward Hopper: His Works» titola infatti nella prima pagina del primo registro. Azzardo o presentimento? Con gli anni, Jo intraprende una forma tutta sua di compilazione: anche Hopper a volte annota qualcosa, ma i suoi sono solo dettagli tecnici accanto ai disegni. Jo invece è loquace anche nella contabilità: i suoi commenti paiono note di regia o battute teatrali di accompagnamento a quanto espresso nell'opera. Il risultato è un backstage unico dell'atelier di casa Hopper, una miniera di informazioni per chi studia il pittore o ne è appassionato. Della donna in Hotel Room che pare in attesa (tipicamente hopperiana) di chissà che cosa, Jo ci informa che stava consultando l'orario ferroviario. Di altre donne dipinte si rammarica per quel «rossetto in quantità eccessiva», di un'altra rileva che i capelli sono stati arricciati con i ferri, di un'altra ancora che l'abito era di seta ma artificiale: parla delle protagoniste dei dipinti del marito con un'ambivalenza che fa accapponare la pelle se si pensa che è sempre lei, Jo, il soggetto ritratto.
I libri mastri parlano poi di alcuni capolavori su cui credevamo di aver ormai letto tutto (specialmente dopo il lockdown di primavera che ha trasformato le atmosfere sospese del pittore in icona del nostro presente, stra-condiviso sui social). Una pagina è dedicata al celeberrimo Nighthawks: gli schizzi e le linee fittamente tracciate in penna nera da Hopper racchiudono particolari della strada esterna al locale in uno spazio nero a parte, mettendo in risalto ciò che succede dentro il bar, quasi che il pittore volesse indicare gli unici elementi importanti della sua opera-simbolo.
Jo affiderà alle pagine dei suoi diari personali le ansie più profonde e le più dolorose frustrazioni di una vita passata al fianco di un uomo complesso come Hopper.
Questi libri mastri, infarciti da lei con briose descrizioni e dati accurati e punteggiati da lui con schizzi e deliziosi disegni, stemperano un poco la complessità della loro relazione: diventano una biografia condivisa, all'insegna, se non di un amore, quanto meno di assoluta e reciproca dedizione.
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