In tv le pandemie vanno di moda. Su Netflix c'è Sweet Tooth

Un virus ha distrutto il mondo e ha generato bambini ibridi: alla scoperta di Sweet Tooth, la nuova serie di Netflix che porta un'altra pandemia in tv

In tv le pandemie vanno di moda. Su Netflix c'è Sweet Tooth

Sia il piccolo che il grande schermo hanno sempre rivolto uno sguardo – disamorato – al nostro stesso futuro, raccontando mondi distopici, dilaniati da virus o da robot sensienti. Anche la letteratura è piena di esempi di questo genere, con romanzi e graphic novel che pennellano un mondo diverso da quello in cui viviamo. Ma cosa succede se la finzione diventa realtà? Sappiamo bene che da quasi due anni la nostra vita non è più la stessa, a causa del Covid, e proprio nell’anno della pandemia mediatica, il piccolo schermo brulica di serie tv in cui la Terra è stata spezzata in due da un virus pericoloso. Succede anche in Sweet Tooth, nuova produzione di Netflix, disponibile nel catalogo italiano del colosso dello streaming a pagamento dallo scorso 4 giugno.

Una prima stagione composta di 8 episodi da un’ora ciascuno per raccontare una storia di pura fantasia sia dolce che amara. Basata sull’omonimo fumetto di Jeff Lemire e prodotta, tra l’altro, da Robert Downey Jr (l’Iron Man della saga Marvel) e sua moglie, Sweet Tooth è un a serie genuina e intelligente, capace di essere una fiaba per ragazzi ma anche un potentissimo racconto di formazione.

Il Grande Crollo e bambini ibridi, la trama

Il mondo come lo conosciamo non esiste più. Un virus letale e di origine sconosciuta, chiamato H5G9, ha sterminato gran parte della razza umana. Apparentemente non c’è una cura, non c’è speranza di poter sconfiggere questo male insidioso. È stato scoperto dal dottor Aditya che, per primo, ha notato nei suoi pazienti un tremolio sospetto al mignolo della mano. Da quel momento in poi la situazione è precipitata, e il mondo è caduto nel caos. Senza un ordine politico, i sopravvissuti al Grande Crollo vivono in solitudine, guardandosi le spalle dal virus e dai contagiati. Fino a quando non fanno la loro comparsa gli ibridi.

I neo-nati, che sono venuti alla luce in questo mondo alla completa deriva, sono per metà umani e per metà animali e non è dato sapere se questa sia una risposta della natura per combattere il virus o, semplicemente, sia un balzo nella scala evolutiva. Dieci anni dopo, il piccolo Gus (Christian Convery), un ragazzino per metà cervo, cresce ai limiti della riserva dello Yellowstone insieme a suo padre. È all’oscuro di tutto e non conosce il mondo che è al di là della piccola capanna nei boschi. Gus però ha fame di vita e vuole conoscere le insidie del mondo. Dopo la morte del padre, insieme al burbero Tommy (Nonso Anonzie) si imbarca in un’avventura pericolosa alla ricerca delle proprie origini. In quanto diverso, il piccolo Gus viene braccato da un gruppo di umani che ha tutte le intenzione di uccidere gli ibridi.

Un fantasy per giovani e adulti con risvolti socio-politici

È dolce ma è anche eccentrico il racconto di Sweet Tooth – che in italiano significa Golosose -. È sì una storia di fantasia, con tutti i canoni del genere, ma è anche una storia sagace di un percorso di crescita di un ragazzino che vive in un mondo dove non esiste più la parola libertà, e dove vige solo la legge del più forte. Con un pizzico di ironia e con tanta drammaticità, la serie tv di Netflix è capace di fotografare le paure e i dubbi del nostro futuro, focalizzando l’attenzione su un ragazzino coraggioso e sprovveduto, disposto a tutto pur di ritrovare la sua mamma.

Il punto è proprio questo: grazie alla storia di Gus, impariamo molto velocemente quanto il mondo più essere complesso e pericoloso, quanto può essere difficile la vita, e quanto possa essere complicato crescere in una realtà in cui non esiste né bene e né male, ma solo chi ha il potere di predominare sull’altro. Una favola dal sapore fantasy, epica e stralunata, ma è anche una storia forte, emozionate e ricca di spunti di riflessione.

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Perché vedere la serie tv

Approcciarsi al mondo di Sweet Tooth è facile. Fin dai primi minuti, il pubblico si trova di fronte a una narrazione dal grande respiro, che sposta l’attenzione sia sul mondo degli adulti che su quello dei più giovani. È una serie che va assaporata con parsimonia, perché è facile perdersi tra le maglie del racconto. Merita di essere vista non solo perché le vicende, seppur fantasiose, idealizzano un futuro che fa paura, ma perché è nello stesso tempo un fantasy per ragazzi e una fiaba amarissima, matura e impudente.

Un permesso speciale per girare gli episodi in tempo di Covid

Questa è stata l’unica serie tv che è entrata in produzione quando la maggior parte delle città dichiaravano lo stato di emergenza. Sweet Tooth è stato girato in Nuova Zelanda nel mese di aprile del 2020 e, cosa strana, dal governo e dalle autorità preposte a contenere la diffusione del virus, ha ricevuto un lasciapassare per dare agio alla produzione di continuare le riprese nonostante il lockdown. C’è da dire che in territorio neozelandese, l’impatto del Covid è stato virulento ma non così da giustificare un confinamento prolungato come in Europa e nel resto del mondo.

La pandemia in tv. Non c’è solo Sweet Tooth

Il 2021 è stato l’anno in cui molte serie tv hanno affrontato di petto il problema della pandemia.

Oltre a quella di Netflix, in Italia abbiamo avuto l’esempio di Anna. Liberamente ispirata al libro di Niccolò Ammaniti, anche in quel caso si è raccontato di un virus che ha decimato il genere umano, e ha visto Anna e suo fratello in fuga verso un luogo più sicuro.

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