"Dopo la tv con Mike e Vianello rimango ancora Tale e quale"

La showgirl nel cast del varietà di Carlo Conti su Rai1: "Sembro un'oca giuliva ma anch'io ho i miei alti e bassi"

"Dopo la tv con Mike e Vianello rimango ancora Tale e quale"

Volteggia vaporosa nel vestitino «vintage», di cotone stampato sopra e di tulle bianco sotto, mentre i fotografi la ritraggono tale e quale a qualche tempo fa, quando Corrado, nei Novanta dello storico varietà di Canale 5 , La corrida, e Mike, con La Ruota della Fortuna, la introdussero come valletta nelle case degli italiani: bionda, carina, evanescente fino a sembrare inconsistente. Forse un tantino oca, come decretò il sondaggio lanciato da Raimondo Vianello, durante il calcistico Pressing «Ci è o ci fa?» e il verdetto impietoso fu: «Ci è» -; però Antonella Elia, cinquant'anni di freschezza mantenuta, su quell'ocaggine (finta) ci ha costruito una carriera. «Sono morta e vivo la realtà da fuori? Mi trovo in un quadro colorato, tra balene e squali, che tanto mi piacciono! E' così che mi sento, da quando Carlo Conti mi ha scelta», cinguetta Antonella, protagonista di Tale e quale Show, in onda da domani su Rai 1, in prima serata. Nel varietà, alla sua ottava edizione, la soubrette dovrà vedersela con altri undici protagonisti, tra i quali Matilde Brandi, Alessandra Drusian dei Jalisse e Vladimir Luxuria. Cantare non è cosa nuova per lei, che si è esibita con l'orchestra swing Bixi Big Band. Di recente, il reality Pechino Express l'ha rilanciata, ma adesso il suo ritorno in tv pare consolidarsi.

Non girano soldi, la politica è oscura e gli italiani sono scontenti. Ci vuole leggerezza?

«Ce ne vuole. Perché la vita è difficile per tutti e le persone sembrano tristi. Io sono una privilegiata, ma, tra alti e bassi, anch'io ho le mie sofferenze. Vorrei far ridere: sorridere, non basta. Ci vuole una bella, enorme risata».

Che cosa le causa sofferenza?

«La vista del tg. Soffro molto, sentendo le cattive notizie. Così, cambio canale quand'è l'ora delle news. Sembro solare, ma ho la mia parte oscura. Per combattere the Black on me (il lato oscuro che è in me, ndr) frequento i seminari di Susan Baxter a New York. Una volta m'ha detto: «Fuck the Pink! You're Black!» (Al diavolo il rosa! Tu sei nera!, ndr), perché andavo lì sempre vestita di rosa. E poi, volle farmi recitare un monologo nuda. Per liberarmi».

E lei ha eseguito?

«Mi sono levata gli abiti, sentendomi a disagio. E ho pianto come un vitello, recitando un monologo drammatico. Non è che, dopo, mi sentissi liberata. Ma ci avevano messi tutti in uno stanzone, a sbattere la testa nel muro, per ricordare qualcosa di doloroso della nostra vita e tirarlo fuori».

Lei che cosa ha ricordato?

«La morte di mio padre Enrico: quando l'ho perso, ero bambina. Sarà che, durante il seminario, indossavo una maglia appartenuta a lui. Sentivo il suo odore... recitare è terapeutico. Preferisco il metodo Stanislawskij, che lavora sulle memorie emotive; il metodo di Stella Adler, invece, parla dell'immaginario».

Suo padre ha contato molto, per lei?

«Quando morì mia madre, avevo un anno e mezzo. E da quel momento, ho vissuto con i nonni materni, fino a sei anni. Poi mio padre mi ha preso con sé, decidendo quindi di risposarsi. Il distacco dai nonni fu traumatico: venivano a portarmi le caramelle di nascosto, fuori da scuola. Quell'addio forzato, non l'ho mai superato».

Dopo Fabiano Petricone, professore all'Aquila, c'è un altro uomo nella sua vita?

«No. È che non ho più passione. Anche se Fabiano resta mio amico ed è l'uomo più intelligente che abbia incontrato. Ma non ho più neanche voglia di uscire. A cinquant'anni si è posati: non c'è più la furia degli ormoni e chi capita, capita. Sono single per scelta. E sogno una casa in campagna. A raccogliere pesche e albicocche. Guardando volpi e cinghiali».

Veramente, i cinghiali li abbiamo anche a Roma: ne circolano molti in città

«Lo so: Roma è sempre più brutta e faticosa. Ed io non sopporto più il cane dei vicini, che mi sveglia alle sette e mezza del mattino, né lo sciacquone dell'inquilino del piano di sopra».

Che cosa ricorda del periodo di lavoro con Mike Bongiorno?

«Le gaffes che facevamo tutt'e due! E poi, non è vero che era burbero e severo, con me. Soltanto, si arrabbiava a morte quando manifestavo il mio disappunto ogni volta che un concorrente de La Ruota della Fortuna vinceva la pelliccia Annabella.

Sono animalista convinta e quando una concorrente rinunciò alla pelliccia vinta, esternai la mia gioia andandole a stringere la mano. Mike se la prese, urlando che lo sponsor non andava toccato. Stronza, sei una stronza! Ma chi pensi che ti dà i soldi?. Scoppiai in lacrime, ma poi facemmo pace in camerino».

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