Ultimo si prepara alla sua prima data allo Stadio Olimpico, davanti a 60mila persone il 4 luglio, dove chiuderà il progetto “La Favola”. Uno speciale concerto-evento, già sold out da tre mesi e preceduto dalla data zero allo stadio di Lignano Sabbiadoro il 29 giugno. Un punto di arrivo che dopo il “Colpa delle Favole Tour”, sold out in 19 palazzetti italiani e più di 300.000 biglietti venduti. E non è tutto perché il cantautore ha annunciato per il 2020 un tour negli stadi, si va ad aggiungere così ad altri colleghi che suoneranno Live negli stadi, come Cesare Cremonini e Tiziano Ferro. “E' una grande responsabilità, spero di essere all'altezza”, ha commentato in una intervista a Tv Sorrisi e Canzoni.
Dal quartiere di San Basilio a Roma, luogo dove l’artista è nato e cresciuto, là dove incontra i suoi amici di sempre, dove trova le radici più profonde che lo ancorano saldamente alla realtà, si sviluppa una storia, che ha sempre più i connotati di un sogno che si avvera. Quello di un ragazzo partito con la sua voce e il suo pianoforte dalla periferia, e dai piccoli locali di San Lorenzo a Roma per arrivare nel giro di un anno e mezzo a traguardi più grandi, dai club ai palasport sold out e ora gli stadi.
E pensare che Ultimo deve tutto alla madre e a Renato Zero. “Mamma è una fan scatenata di Renato Zero, mi faceva sentire le sue canzoni. Ho dei video di quando già a 6 anni cantavo i pezzi di Renato. Li tengo per me ovviamente... - racconta l'artista -. In prima mia madre mi chiese: 'Cosa vuoi fare oltre alla scuola'. E io: 'Non lo so'. Allora mi propose la musica e mi portò in una scuola”.
Fino a 19 anni Ultimo ha studiato al Conservatorio di Santa Cecilia, ma non ha mai trascurato gli amici. “Sono sempre stato più fuori che dentro casa – ammette -. Sono cresciuto al parcheggio. Quello della mia scuola elementare e media a San Basilio. Dopo le lezioni passavo il mio tempo lì con gli amici della scuola. Che poi sono quelli che mi sono rimasti oggi. Sono cinque: pochi ma buoni”.
In molti si sono chiesti come mai Niccolò Moriconi ha scelto come nome d'arte Ultimo... “La sensazione di essere ultimo è nata nell'adolescenza – rivela -: sono stato bocciato due volte al Liceo e quando ero in seconda i miei amici erano già in quarta. Mi sentivo indietro rispetto agli altri. Ma avevo il mio sogno della musica”. Riservato e schivo Ultimo confessa di amare la solitudine. “Non sono mondano – conclude – non mi piacciono i posti affollati, preferisco stare con gli amici a giocare a carte o a guardare un film”.
Dopo lo Stadio Olimpico, la prossima sfida saranno gli stadi nell'estate 2020. C'è da scommettere che nel frattempo Ultimo stia già preparando il prossimo progetto discografico, il materiale non manca, anche dal punto di vista sentimentale.
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