"Ho conosciuto Harvey Weinstein e ha tenuto come me più o meno lo stesso atteggiamento descritto dalle altre attrici. E ho scelto di non parlarne perché credo che a questo punto sia inutile, quindi sto vivendo un #MeToo personale, una riflessione con me stessa. Ci penso e mi analizzo". Così Valeria Golino parla, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano, dei suoi incontri con il produttore cinematografico a processo per molestie.
Che, l’attrice e regista italiana, non aveva mai raccontato prima né, tanto meno, informato le forze dell’ordine: "Avrei dovuto denunciarlo a suo tempo, o ne avrei dovuto parlare, e invece sono rimasta zitta e per mille motivi".
Il caso Weinstein
La Golino confessa poi di non provare alcun sollievo nel vedere l’ex deus ex machina di Hollywood dietro le sbarre: "Non credevo neanche che si sarebbe arrivati qui, con lui diventato la personificazione del male". Già, perché – continua sempre la 52enne partenopea – "sono più di trent' anni che sono nel mondo del cinema, e lui è stato una delle tante persone incontrate con questo tipo di atteggiamento, e di volta in volta mi sono barcamenata per non vergognarmi di me".
E non è finita qui. Infatti, la regista che ha appena diretto Euforia con Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea (nelle sale dal 25 ottobre), rivela: "In carriera ha incontrato altri attori accusati, come Dustin Hoffman, Charlie Sheen e Quentin Tarantino: nessuno di questi è stato molesto. Anzi. Quindi non so cosa pensare".
E, infine: "L' abuso di potere è imperdonabile, mettere la sessualità, il sesso per ottenere è una vergogna, e non la perdono a nessuno; però è necessario tenere conto di un dato: trent' anni fa c'era un'altra percezione di questi episodi, quello che oggi incaselliamo in un modo, allora veniva derubricato a parte del sistema".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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