Filippo Magnini dopo l'assoluzione dall'accusa di doping: "Come se fossi stato tre anni in galera"

Filippo magnini è stato scagionato dalle accuse di doping e ha parlato per la prima volta a Verissimo, dove ha raccontato il calvario lungo 3 anni che l'ha tenuto lontano dalle vasche e dall'agonismo

Filippo Magnini dopo l'assoluzione dall'accusa di doping: "Come se fossi stato tre anni in galera"

Innocente. Per Filippo Magnini pochi giorni fa è finito un incubo, che tre anni fa l'ha portato lontano dal suo elemento naturale, l'acqua. Accusato di doping nel 2017, nel 2018 Re Magno è stato condannato a 4 anni di squalifica per utilizzo di sostanze non consentite ma il TAS di Losanna ha ribaltato la decisione e scagionato Filippo Magnini da qualunque accusa.

Tutto ha inizio nel giugno 2017 ed è lo stesso nuotatore a raccontare tutto a Silvia Toffanin nel salotto di Verissimo, durante la puntata che andrà in onda domani, sabato 7 marzo, per la seconda volta senza il pubblico in studio. "Quella mattina è stato un brutto risveglio, non avrei mai pensato di vedere il mio nome associato al doping. Alcuni giornalisti mi hanno avvertito che sui giornali era uscita questa notizia: l’ho scoperto così e lì è iniziato il mio incubo", ha detto Filippo Magnini visibilmente commosso nel rendere pubblico l'inizio del suo dramma sportivo personale. Il più grande nuotatore italiano di tutti i tempi era certo di riuscire a dimostrare la sua innocenza ma serve tempo e molta pazienza e nel frattempo i giornali continuano a raccontare una storia diversa: "Ognuno di noi deve combattere delle battaglie, ma quando combatti contro quella che tu vedi come un’ingiustizia è un dolore pazzesco. Vorresti urlare la verità mentre tutte le persone leggono sui giornali il contrario."

Fortunatamente, il caso doping per Filippo Magnini si è concluso nel migliore dei modi con la piena assoluzione da parte della Corte di Arbitrato di Losanna, ma non è stato semplice tenere i servi saldi per tutto questo tempo: "È finita bene, ma è stato un percorso delicato e doloroso per me e per le persone che mi sono state vicino. Questa vittoria mi ha liberato, è come se fossi stato tre anni in galera." Ovviamente, in Filippo Magnini rimane l'amarezza di uno stop forzato ingiustamente, l'accusa di aver barato e il timore di aver deluso le persone che hanno sempre creduto in lui. Una ferita che, come per sua stessa ammissione, ci metterà un po' prima di rimarginarsi.

Filippo Magnini è stato posto a lunghissime indagini fatte di pedinamenti, cimici all'interno dell'autovettura, intercettazioni telefoniche e tutto ciò che sarebbe potuto servire per raccogliere prove in merito al suo caso.

"Nella mia innocenza, ero contento di questa cosa perché quando non hai fatto niente e vieni intercettato, pedinato e ti mettono le cimici in macchina, a quel punto la verità deve venir fuori", ha detto il campione, che ora è pronto a tornare in vasca ma anche a coronare il sogno d'amore con la sua Giorgia Palmas.

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