"Il viso è un'insegna bugiarda dell'essere"

Per convenzione o per convenienza, l'uomo mente semplicemente mostrandosi agli altri

Proponiamo qui due brani tratti da I misteri del volto. Tra psicologia e fisionomia (De Piante editore), volume che comprende, per la prima volta insieme in un libro, il testo di una conferenza e un articolo di Edmondo De Amicis in tema di fisiognomica.

Volete riconoscere qual è veramente l'animo d'una persona a vostro riguardo? Nell'accomiatarvi da lui, in casa sua, mentre egli vi vien dietro per accompagnarvi alla porta, voltatevi in tronco: egli non avrà tempo a ricomporre il viso: voi scoprirete l'animo suo. E questo consiglio è fondato sopra una osservazione che abbiam fatto tutti: che solamente nel guardare una persona di dietro alle spalle noi lasciamo libera sul viso l'espressione dei sentimenti ch'essa ci ispira. Non solo; ma poiché è indubitabile che non sottoponendo i segni esterni d'un sentimento al freno della volontà, noi proviamo più vivo quel sentimento, - è certo pure che si dipingono sul nostro viso, in simil caso, certe impressioni dell'animo che, stando a faccia a faccia, noi non risentiamo neppure. (...) Un altro consiglio è questo. Se volete sapere che cosa è rimasto nell'animo d'una persona di una discussione amara e violenta che avete avuto con lei la sera innanzi, benché questa discussione sia terminata in forma amichevole, - cercate d'incontrarla improvvisamente, viso a viso, allo svolto d'una via. Se essa ha qualche cosa sul cuore, farà senza dubbio, vedendovi, un atto forzato ed esagerato di sorpresa, per nascondere il primo sentimento irresistibile che la vostra apparizione le avrà destato: voi riconoscerete questo sentimento sotto quella sorpresa. Così per riconoscere se un nostro discorso cagiona o no ad un amico un dispiacere ch'egli non oserebbe confessare, non c'è di meglio che stare attenti ai movimenti della sua respirazione. Se il discorso gli preoccupa l'animo, egli senza alcun dubbio dimenticherà per qualche momento di respirare, come accade sempre, o respirerà irregolarmente; e avrà quindi bisogno, per ristorarsi, d'una profonda inspirazione, che lo tradirà. E come quella preoccupazione avrà pure paralizzato momentaneamente i suoi organi salivali, voi lo scoprirete dallo sforzo che dovrà fare poco dopo per la deglutizione: sforzo che, in tali occasioni, noi soliamo nascondere premendo il mento sul petto. È un altro consiglio ingegnoso e giustissimo quello di non passeggiare con una persona quando si presume che essa ha in animo di dirci ipocritamente delle cose maligne: poiché la facilità che ci si offre passeggiando di nascondere il viso o di presentarlo di profilo, procurando una salvaguardia all'impostura, incoraggia l'impertinenza: le più perfide bottate della conversazione noi le tiriamo sempre camminando a fianco della vittima.

***

Per moltissimi il viso è una difficoltà grande a farsi strada nel mondo, un'insegna bugiarda dell'essere loro, per cui sono costretti continuamente a combattere cattive prevenzioni, avversioni, diffidenze, antipatie. E per contro altri moltissimi, al tutto diversi da quelli, hanno sortito un viso stupendamente ingannatore a loro vantaggio. Hanno negli occhi il lume dell'ingegno e sono corti di mente; hanno il sorriso della bontà e sono egoisti; hanno la chiarezza della sincerità e sono falsi; sono facce meravigliose d'artisti, formate per la simulazione perfetta, costante e quasi inconsapevole di tutti i sentimenti amabili; e la loro faccia è la loro fortuna. Nella distribuzione delle maschere di carne alle anime la natura commette infinite ingiustizie odiose, cagioni d'altre infinite ingiustizie degli uomini verso le sue vittime, e a queste d'infiniti dolori immeritati.

Non c'è uomo, per quanto benevolo e ponderato, che non sia stato cento volte crudelmente ingiusto nel giudicare gli animi dai volti, e che, anche dopo riconosciuto l'inganno, non abbia conservato spesso ignobilmente un resto della prima impressione. Tutti, più o meno, di queste ingiustizie della natura siamo complici e vili.

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