Willis come Bronson. E i "liberal" si scatenano contro il "Giustiziere"

Il remake del "Giustiziere della notte" del 1974. Negli States critici e giornali contro il "fascista" che si sostituisce alla polizia

Willis come Bronson. E i "liberal" si scatenano contro il "Giustiziere"
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da Los Angeles

In un'epoca in cui la facilità di reperimento di armi negli Stati Uniti ha già causato, dall'inizio dell'anno, 19 sparatorie di massa molte delle quali nelle scuole, forse non si sentiva il bisogno del remake de Il giustiziere della notte, che invece arriva nelle sale americane il 2 di marzo e l'8 in quelle italiane. Il mitico ruolo che fu di Charles Bronson, quello di un cittadino obbediente alle leggi che dopo un brutale attacco alla famiglia da parte di un delinquente comune, diventa l'angelo della notte capace di portare giustizia dove la polizia e le leggi hanno fallito, ora appartiene all'indistruttibile Bruce Willis, diretto da Eli Roth.

Il Dr. Paul Kersey, dopo una rapina in casa che ha portato alla morte della moglie e al grave ferimento della figlia, si pone una missione: individuare e punire i responsabili dell'accaduto, per poi diventare un eroe di strada, capace di risolvere molti più casi della polizia e fare giustizia, senza porsi sottili questioni di garantismo. Il film ha già scatenato più di una polemica. Molti critici l'hanno accusato di istigazione alla violenza e al razzismo in un momento in cui non si sente davvero il bisogno di tali provocazioni. Il critico cinematografico del Washington Post Alan Zilberman, in un tweet, ha scritto: «Il giustiziere della notte di Eli Roth è così sfacciatamente fascista che tutti gli estremisti di destra avranno un'erezione alla sola vista del trailer».

Il fatto poi che la scena sia stata spostata da New York a Chicago, città nella quale la questione razziale è più che mai virulenta, è, per i più, un ulteriore messaggio negativo: «Non posso pensare a un'idea più sorda in questo momento sociale e politico di un film che descrive un vecchio signore bianco, armarsi e sparare», dice un altro critico cinematografico, Scott Mendelson, di Forbes, mentre Joshua Rivera su GQ accusa il film di strizzare l'occhiolino all'amministrazione Trump: «Il nuovo Giustiziere della notte è un lavoro di codardia e opportunismo, nella sua retorica sull'escalation della criminalità in un momento invece in cui la criminalità comune rimane a livelli molto bassi».

Infatti le statistiche parlano di criminalità comune in calo negli States, e questo nonostante il sempre più preoccupante fenomeno delle sparatorie di massa (l'ultimo caso si è verificato il 15 febbraio, in una scuola di Parkland, in Florida, dove un diciannovenne, Nikolas Cruz, ha sparato con un fucile automatico, in cinque classi, provocando 17 morti e numerosi feriti). «Film del genere fanno aumentare la percezione di pericolo dice Samuel Goldstein, sul Los Angeles Times - e non c'è proprio bisogno, in questo particolare momento, di altra gente che si affretti ad armarsi per sentirsi al sicuro».

«Voglio acquistare una pistola» dice, nel trailer del film, il Dr. Kersey/Bruce Willis, mentre in sottofondo si sentono i toni martellanti di Back in black degli AC/DC. «Nessun messaggio potrebbe essere più sbagliato di questo, per tempistiche e obiettivi», continua Joshua Rivera su GQ.

Proprio a causa di queste polemiche, nessuna attività di stampa è stata ancora organizzata per il film e Bruce Willis non parla con i giornalisti del suo Giustiziere. Che l'attore sia uno dei pochi elettori repubblicani a Hollywood è noto e sulla libertà di circolazione delle armi aveva, già in passato, espresso il suo pensiero: «Le armi fanno paura, io le prendo sul serio. Con le armi non si scherza, su questo non transigo.

Occorre maneggiarle con cautela e con le dovute precauzioni. Ne ho già discusso molto in passato, io sono per la libertà di possedere un'arma ma bisogna essere responsabili, e prendere tutte le precauzioni, sempre. Non mi stancherò mai di dirlo».

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