Woody Allen ultima "vittima" del #metoo: rifiutata la sua autobiografia

Sono almeno quattro le case editrici che hanno rifiutato di pubblicare il libro di memorie di Woody Allen. Una scelta su cui pesano le molestie che l'83enne regista americano avrebbe commesso in passato nei confronti della figlia adottiva

Woody Allen ultima "vittima" del #metoo: rifiutata la sua autobiografia

Woody Allen, uno dei più famosi registi della storia del cinema americano e internazionale, autore di capolavori come "Manhattan", "Match Point" e "Midnight in Paris", non riesce a trovare una casa editrice disposta a pubblicare il suo libro di memorie. Com'è possibile? Secondo il New York Times, alla base dei quattro no che il regista premio Oscar avrebbe già ricevuto da altrettante case editrici statunitensi ci sarebbero le accuse di molestie nei confronti della figlia adottiva che l'83enne Allen ha ricevuto in passato.

I dirigenti di quattro importanti case editrici, tutti sotto condizione di anonimato, hanno riferito al giornale di aver ricevuto il manoscritto di Allen dal suo agente nell'ultimo anno, ma nessuno di loro ha voluto fare un'offerta. Alcuni, addirittura, si sarebbero rifiutati di leggere il materiale. Al momento, le cinque principali case editrici statunitensi - HarperCollins, Hachette, Macmillan, Simon & Schuster e Penguin Random House - non hanno commentato la notizia, così come l'agente del diretto interessato.

Dylan Farrow, la figlia adottiva di Allen, ha accusato il regista di abusato di lei quando aveva sette anni, nei primi anni '90. Dal canto suo l'attore e regista newyorkese ha sempre negato tutto ("Mia è una persona vendicativa, dispettosa e malevola"), dicendosi disposto a prestare il suo volto a #metoo, il movimento femminista contro le molestie sessuali e le violenze sulle donne che ha preso piede a partire dal 2017. Ma Dylan, che oggi ha 33 anni, insiste nella sua battaglia, appoggiata dalla madre Mia e dal fratello.

Negli ultimi due anni, proprio sull'onda del #metoo, molti attori hanno preso le distanze da Allen dicendo di non volere più lavorare con lui. Proprio per le accuse di Dylan Farrow, Amazon ha cancellato un accordo cinematografico con il regista per la produzione di quattro nuovi film che, a questo punto, difficilmente si faranno.

Allen ha risposto intentando nei confronti dell'azienda guidata da Jeff Bezos una causa da 68 milioni di dollari. Amazon ha confermato di aver interrotto i rapporti, citando "le azioni di Allen e le loro conseguenze" che avrebbero impedito al colosso di "ricevere benefici dal contratto per quattro film".

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