Woody Allen vuole essere il volto del MeToo

Woody Allen ha affermato di stare dalla parte del movimento #MeToo: ecco come risponde al ritorno a galla delle accuse della figlia Dylan Farrow

Woody Allen vuole essere il volto del MeToo

Woody Allen non ci sta a essere definito molestatore e si schiera apertamente con #MeToo.

Il Guardian riporta il succo di un'intervista rilasciata a un periodico argentino, in cui il regista ripercorre alcuni degli eventi accaduti in questi mesi: il rinverdire delle accuse di violenza sessuale da parte di Dylan Farrow, il dissociarsi di alcuni attori che hanno lavorato con lui, l'accostamento a Harvey Weinstein - che lo stesso Allen definì "un uomo triste e malato" - e infine la riabilitazione da parte di Moses Farrow.

Allen, nella sua intervista, ha definito il movimento #MeToo "una cosa buona", perché può aiutare a contrastare le molestie sessuali sui luoghi di lavoro. Il regista si sente inoltre frustrato di essere accostato a uomini che hanno molestato molte persone, mentre lui viene accusato da una sola e la giustizia statunitense si è già pronunciata sull'argomento.

"Sono un grande difensore del movimento #MeToo - ha commentato il regista - Sento che quanto si trovano persone che molestano donne e uomini innocenti sia una buona cosa denunciarli. Ma sai, io potrei essere il volto del movimento. Perché ho lavorato nei film per 50 anni. Ho lavorato con centinaia di attrici - grandi, famose, che hanno esordito con me - e non una sola che mai abbia suggerito alcun tipo di scorrettezza".

Per comprendere come mai Allen sia stato messo al centro dei casi di molestie sessuali a Hollywood bisogna fare un passo indietro, fino agli anni '90, quando in piena separazione da Mia Farrow, fu gettata un'autentica bomba: la figlia dell'attrice, Dylan, accusò il regista newyorkese di violenza sessuale. Ne seguì un processo che però scagionò Allen e si è tornato a parlare dell'argomento dopo le accuse prima a Weinstein, poi a Kevin Spacey e alla costituzione del movimento #MeToo.

Tanto che alcuni attori che hanno lavorato con l'artista - da Colin Firth a Ellen Page - si sono dissociati.

In queste settimane, intanto, dalla parte di Allen si è schierato Moses, fratello di Dylan, che ha spiegato sul suo blog come fosse impossibile che il regista potesse anche restare solo con la piccola Dylan, sottolineando presunte incongruenze nel racconto della bimba all'epoca.

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