Forse Sergio Parisse aveva già visto questa partita. Ma bisogna dire che il capitano azzurro sabato ci aveva proprio azzeccato, purtroppo: «Non è la prima volta che, dopo un grande exploit, facciamo una brutta figura». Detto, fatto. Se Italia-Francia di ieri era stata presentata come la sfida della grande occasione, della possibilità di dare finalmente una svolta alla nostra povera storia ovale, nella sera piovosa dell'Olimpico ci siamo ritrovati con una delle sconfitte più brutte della nostra avventura nel Sei Nazioni. Non tanto nel punteggio (comunque pesante: 29-0) quanto nel ridimensionamento delle attese.
Chissà che alla fine gli azzurri non abbiano pagato proprio questo: l'aver vissuto la vittoria in Scozia come se fosse quella che ci autorizzava a sentirci grandi. E invece non è stata altro che una vittoria nel solito derby del cucchiaio di legno. Forse a Murrayfield ci siamo illusi di poter dire la nostra anche con le altre squadre, ma all'Olimpico ci hanno insegnato che nel rugby non è mai consigliabile fare voli pindarici.
Eppure questa Francia nei primi minuti ci aveva lasciato sperare. Mai visto una nazionale transalpina presentarsi in Italia così impaurita, così confusionaria, quasi impalpabile. E la squadra di Brunel parte col piede giusto, impone il proprio gioco, si piazza nella metà campo dei galletti. Crea anche occasioni da non perdere, ma prima il piede di Allan (calcio fuori all'8') e poi quello di Orquera (palo al 15') ci facevano capire che la giornata stava prendendo una brutta piega. E infatti l'Italia si spegneva lì, venti minuti e poco più di gioco, mentre la Francia si scopriva umile, riusciva a mettere insieme le forze, a fare cose semplici per restare a galla e andare a prendersi quei calci di punizione su cui, a poco a poco, riusciva a costruire la sua vittoria.
Partita brutta, sinceramente, con tantissimi errori da una parte e dall'altra, con un'infinità di in avanti e di palle perse. Ma in questa fiera degli orrori la Francia ha saputo mettere quanto meno la sua esperienza. Mentre gli azzurri, che sapevano di avere l'occasione storica a portata di mano (due vittorie consecutive nel torneo ci erano capitate una volta sola, otto anni fa), si perdevano per il campo a inseguire le ombre del passato, di anni e anni di sudditanza difficili da cancellare.
Così si arriva sul 9-0 alla fine del primo tempo e sul 19-0 al 5' della ripresa grazie a una meta segnata da Maestri dopo una grande azione dell'estremo naturalizzato Spedding. È l'azione che ci taglia definitivamente le gambe, che ci costringe a calciare in touche tutte le punizioni che troviamo, ma che ci lascia soprattutto con un pugno di mosche.
Tanto più che i francesi ci puniscono oltre i loro meriti con la meta a tempo scaduto di Bastareaud. L'Italia chiude senza segnare punti (non accadeva da Sudafrica-Italia 26-0 del 2008) e con la prospettiva di affrontare sabato un Galles che, battuta l'Irlanda, giocherà per vincere il torneo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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