Balotelli sale con il Milan sull'ottovolante. È il successo numero 8 del 2013: dal giorno del suo arrivo a Milanello, si discuta pure sulla parziale eclissi di El Shaarawy, è cambiata la marcia dei berlusconiani che si ritrovano con un attacco boom, 36 gol in tre (Mario a quota 7, il faraone 16 e Pazzini 13). Balotelli sale con il Milan sull'ottovolante ma non raggiunge ancora il secondo posto, sfiorato a qualche minuto dal gong in forza del pareggio del Napoli poi riportato in quota da Pandev. Balotelli e poc'altro ancora, bisogna aggiungere in questa circostanza. Per domare la fragile resistenza del Palermo, infatti, può risultare sufficiente oltre che l'ennesimo esercizio calligrafico del giovanotto venuto da Manchester, una tenuta stagna della difesa rossonera alle prese con un rivale rimasto senza unghie, vista l'assenza di Miccoli che fu in passato la bestia nera dei berlusconiani. Per il gioco, appuntamento alla ripresa del torneo con il viaggio molto insidioso a Verona al cospetto del Chievo.
L'effetto Barcellona, temuto da Galliani e attenuato dal sostegno generoso della curva, sembra cancellato d'incanto dalla partenza della sfida: Aronica pensa di risolvere alla sua maniera il duello personale con Mario Balotelli e sul primo angolo lo avvinghia, lo strattona e lo spinge a terra proprio sotto gli occhi di Peruzzo, il giovane arbitro che è dotato del necessario coraggio. Più rigore di questo non si può. Il vantaggio milanista, invece di spazzar via le difficoltà e le ansie collettive, le accentua in qualche modo perché il Palermo riaffidato a Sannino tira fuori il temperamento necessario e si rimette ai remi per vogare contro-corrente. Certo questa squadra, costruita male in estate e corretta peggio a gennaio, ha delle lacune che nemmeno un santo allenatore può eliminare d'incanto. Per esempio, in difesa si affida a un trio di mazzolatori che possono provocare più guai che soluzioni. Per esempio, in attacco, tranne Ilicic, non gode di un solo terminale degno della serie A e perciò nonostante comandi in qualche modo il gioco non trova se non raramente sbocchi offensivi.
Al Milan basta il solito Balotelli di questi tempi. Efficace e meditabondo, incapace di gesti clamorosi ma molto concreto, quasi chirurgico. Basta confezionargli un paio di occasioni e lui firma un'altra doppietta, la seconda della sua stagione. Mario è super dal dischetto ma non solo. Ora aggiunge alla sua collezione una caratteristica poco nota nel curriculum. Se dovesse aggiungere il fiuto all'Inzaghi, per intendersi, sotto porta, su qualche palletta vagante sfuggita alla presa del portiere, beh allora questo è il bomber di cui ha bisogno non solo il Milan ma anche la Nazionale di Prandelli che si appresta a utilizzarlo al cospetto del Brasile giovedì sera. Le maggiori difficoltà si riscontrano oltre che nella fattura delle trame e nello smalto di El Shaarawy che sembra diventato il nervo scoperto del gruppo. All'atto della sostituzione, ineccepibile, il ragazzo saluta Allegri ma poi si allontana, polemico, dalla panchina seguito da Amelia e Antonini che gli vanno dietro forse per suggerirgli di tornare indietro. «Voleva ripararsi dal freddo» sostengono Balo e Flamini. Fu il pilastro del Milan nel semestre più complicato della stagione: con i suoi gol tenne in piedi una squadra piena di ritardi e di problemi. Adesso che splende la stella di Balotelli e lui risulta oscurato, beh una reazione così si può perdonare.
L'importante è che recuperi il miglior talento: è stanco il faraone, ha giocato tanto, troppo e non è una macchina. Non solo. Forse è il caso anche di chiedere notizie di Robinho, ignorato persino quando parte dalla panchina. L'effetto Barcellona sembra parato, invece per il secondo posto il duello è lungo e tutt'altro che scontato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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