Abass, se il canto del Gallo svela l'eroe olimpico nascosto

Gallinari e la telefonata a chi gli ha ceduto il posto: "Ai compagni ho detto, con lui ho un debito a vita..."

Abass, se il canto del Gallo svela l'eroe olimpico nascosto

L'Azzurro dimenticato, ora, dimenticato non è più. Awudu Abass, due metri, ala della Segafredo Virtus Bologna campione d'Italia, aveva fatto parte della Nazionale che a inizio mese aveva conquistato la qualificazione alle Olimpiadi, battendo a Belgrado la Serbia per 102-95. Pochi giorni dopo, però, aveva ricevuto la peggiore delle notizie: «Resti a casa». Terminata anzitempo l'esperienza nei playoff Nba con gli Atlanta Hawks si era infatti liberato Danilo Gallinari, e a uno come il Gallo il posto va dato a prescindere. Il problema, naturalmente, è che se uno entra un altro deve uscire, e Abass aveva estratto la pagliuzza più corta, potendosi dunque gustare solo per pochi giorni una gioia generazionale, inedita per l'Italia dal 2004, Atene.

E non l'aveva presa benissimo: a giudicare da un post su Instagram, più che l'esclusione in sé non aveva gradito («un vero uomo ti guarda negli occhi») la maniera con cui gli era stata comunicata. L'accusa era ovviamente al Ct azzurro Meo Sacchetti, che da parte sua aveva spiegato quel che in realtà non c'era bisogno di spiegare: intoccabile Giampaolo Ricci (che proprio in quelle ore, tra l'altro, passava dalla Virtus all'Olimpia Milano), a restare fuori non poteva essere che il bianconero, che da quel momento è passato nelle retrovie del pensiero generale, dominato dall'euforia per l'imminente trasferta giapponese.

Ci ha pensato proprio Gallinari a riaprire il capitolo, da Tokyo, nella notte tra martedì e ieri: «Spiace non vivere l'Olimpiade con Belinelli e Datome ma la prima cosa che ho fatto è stata ringraziare Abass. È stato grazie a lui che il sogno delle Olimpiadi si è realizzato e ho detto ai compagni che con lui sono in debito a vita». Meglio di così non poteva dire e fare, il Gallo, anche se la rinuncia di Abass non è certo stata volontaria. Però nelle sue parole ci sono l'esperienza e l'umanità di chi ormai da 13 anni è nella Nba ed è consapevole cosa voglia dire uno spogliatoio, avendone vissuti anche di turbolenti ad esempio a New York.

Poche ore prima delle dichiarazioni di Gallinari, del resto, Giannis Antetokounmpo, fresco campione Nba e suo avversario proprio nella semifinale dei playoff, aveva ricordato al mondo cosa voglia dire far parte di un gruppo ed elevarlo al titolo invece di cercare rifugio in supersquadre già ricche di talento, cosa voglia dire unire i compagni e creare le condizioni per un affetto reciproco duraturo, anche se precario come tutti i rapporti professionali.

Gallinari col saluto ad Abass ha voluto tenere collegati i due capi di un filo interrotto e vedremo se e quando Awudu reagirà via social ai risultati degli azzurri, che aprono dopodomani mattina alle

6.40 contro la Germania, per proseguire poi mercoledì alle 10.20 contro l'Australia e sabato 31 ancora alle 6.40 contro la Nigeria. Paese di origine di Abass, che quel giorno avrebbe avuto, forse, una motivazione in più.

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