Re Carlos d'Inghilterra

Alcaraz domina Djokovic in 3 set e vince per la seconda volta di fila Wimbledon. L'inchino dello spagnolo alla principessa Kate al ritorno in pubblico dopo il tumore

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Impressionante. Come voleva la tradizione, la principessa del Galles, Kate Middleton, si è gustata la finale maschile di Wimbledon, in qualità di madrina del torneo di tennis sull'erba dell'All England Lawn Tennis Club. La sua presenza non era affatto scontata per il cancro che l'ha colpita. Kate si è gustata il trionfo di Carlos Alcaraz, al secondo successo consecutivo a Church Road e al quarto titolo Major in carriera.

C'era attesa per la rivincita del 2023 tra il funambolo di Murcia e Novak Djokovic, ma la partita è stata in larga parte a senso unico. Nole non ha espresso il proprio miglior tennis, condizionato da un avvicinamento molto complicato al torneo per l'infortunio al ginocchio e l'annessa operazione. E poi dall'altra parte c'era un Alcaraz centratissimo, ordinato come pochissime volte e in grado di esprimere un tennis a tratti ingiocabile, come dice il punteggio di 6-2 6-2 7-6 (4). «È un sogno tornare a vincere questo trofeo. Quando avevo 11 anni in un'intervista ho detto che vincere qui era sopra tutto, è una bellissima sensazione giocare su questo campo», ha dichiarato l'iberico. Un solo momento difficile è stato quello sul finire del terzo set, quando avanti di un break e con tre match-point consecutivi a disposizione c'è stata un po' di tensione: «È stato difficile per me, ho cercato di rimanere calmo e nel tie-break ho espresso il mio miglior tennis», ha precisato lo spagnolo.

Niente da fare quindi per Djokovic, che sperava di eguagliare gli otto trionfi di Roger Federer a Londra: «Non è stato il risultato che volevo, soprattutto nei primi due set il livello di tennis non era il mio migliore. Lui però ha espresso tutto il suo gioco, completo. Ho cercato un po' di allungare la partita, ma non c'è stato niente da fare. Una vittoria strameritata e un tennis straordinario quello di Carlos. A 21 anni fa cose incredibili», ha dichiarato il campione serbo.

E così Alcaraz è diventato il sesto uomo nell'Era Open a realizzare la magica doppietta Roland Garros-Wimbledon nello stesso anno dopo Laver, Borg, Nadal, Djokovic e Federer, ma facendo meglio di tutti in termini di precocità: «Sono onorato di far parte di questo gruppo di campioni. Io non sono ancora come loro, ma lavorerò per fare il mio percorso», ha detto il murciano. Un risultato che non cambia la classifica mondiale, viste le scadenze del ranking ATP, con Jannik Sinner sempre davanti a tutti, e Carlitos (n.3) alle spalle di Nole.

È chiaro però che il secondo sigillo Slam dell'anno per Alcaraz, rispetto all'unica affermazione dell'altoatesino nel 2024 a Melbourne, descrive una realtà che prescinde dal computer e vede lo spagnolo come riferimento nei tornei di peso.

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