Il primo è stato Taremi, a inizio agosto. L'ultimo Barella, uscito malconcio nel derby. In mezzo: Zielinski, Arnautovic (due volte), De Vrij, Lautaro, in qualche modo anche Dimarco, anche se poi l'assenza di Manchester s'è rivelata più che altro necessaria per fargli affrontare il Milan. È anche da questi particolari che si decide una stagione: un anno fa, i giocatori dell'Inter non si fermavano mai, mentre gli avversari facevano la conta dei feriti. L'incidente di Barella (stiramento al retto femorale della coscia destra) è l'unico avvenuto in partita e sembra il più serio di tutti: tornerà solo dopo la sosta, saltando dopo Udinese, Stella Rossa e Torino, anche le due partite della Nazionale.
Quella appena cominciata, per l'Inter è la terza stagione consecutiva differente dalle altre: dal campionato interrotto per i Mondiali, con la doppia preparazione, a quello normale vinto in carrozza, Inzaghi è passato alla stagione più lunga di sempre, col Mondiale per Club (peraltro sempre in alto mare) fissato a metà giugno: quando di solito comincia il riposo, dovrà, dovrebbe, cominciare l'appuntamento più importante e più ricco (anche se a oggi mancano ancora i soldi delle tv, che sono tutto). Sicuramente non ha giovato l'arrivo scaglionato da Europei e Coppa America (nessun infortunio fra chi in estate si è solo riposato). Resta che la deriva infortuni non è beneaugurante.
Ora, spazio a Frattesi, che avrà quindi l'opportunità di dimostrarsi all'altezza del titolare Barella, ma un'altra grana per Inzaghi, già assediato da critiche più o meno sottili per avere perso un derby (dopo averne vinti 6 consecutivi).
Cosa pensare, non tanto della visita dello stato maggiore ad Appiano per la ripresa degli allenamenti, quanto della necessità di comunicarlo in anticipo, dando il senso del vertice a un appuntamento che dovrebbe essere normale in ogni lunedì o martedì?
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