L'amara notte di Napoli ha dimostrato che Roberto Mancini sta provando a riassaporare i ricordi del passato, ma molti giocatori di quella squadra che trionfò a Wembley o non sono più in azzurro oppure non hanno la stessa brillantezza di due anni fa. E se una volta c'era il blocco Juve in Nazionale, con un'Italia che era lo specchio di una squadra di club, nell'era del ct jesino è iniziato un nuovo corso: l'Italia di tutti, anche se poi il maggior numero dei convocati della truppa che alzò il trofeo (4 su 26) veniva comunque da Torino sponda bianconera. Nelle prime convocazioni nel maggio del 2018 gli juventini erano appena tre (Bernardeschi, Marchisio e Rugani) visto che Chiellini era infortunato e Buffon e Barzagli avevano appena dato l'addio all'azzurro. E se andiamo a vedere i 102 convocati del ct nei suoi cinque anni di gestione, in 58 partite sono stati appena 14 i calciatori bianconeri (molti ora degli ex) transitati da Coverciano.
Oggi la Signora è quasi completamente sparita dall'azzurro. Erano 29 anni (dal 1994, ct Sacchi) che la Juve non aveva calciatori nè in campo nè in panchina. Bonucci e Chiesa acciaccati sono infatti rimasti ai margini del gruppo (il primo era a Napoli ma solo in tribuna, poi è stato rispedito a casa) mentre Locatelli e Kean non sono stati proprio convocati. E nell'Under 21 di Nicolato, Miretti ha dato forfait per un infortunio, Fagioli è in rosa ma fermo per un guaio alla caviglia.
Eppure la Juventus sarebbe proprio la risposta ai problemi di Mancini che lamenta la scarsa presenze di calciatori italiani nei tip club. Nella stagione in corso Allegri ha utilizzato infatti 11 potenziali azzurri, sette per più di mille minuti. Al netto degli infortuni, è soprattutto la mancata chiamata di Locatelli ad avere destato più di una perplessità. La spiegazione è tecnica: il centrocampista in bianconero ricopre un ruolo di diga davanti alla difesa, diverso quindi da quello che gli viene chiesto in azzurro in entrambe le fasi. Su Kean (già 7 gol in stagione) pesa invece quel rosso rimediato a Roma 41 secondi dopo essere entrato in campo, segnale di scarsa maturità secondo il ct.
C'è poi un altro dato che riguarda la famiglia bianconera: il contratto Fiat-Figc scaduto a inizio gennaio e mai ridiscusso per un rinnovo. Anche perchè, secondo i bene informati, Fiat è ormai nella galassia Stellantis alla quale non interessava la sponsorizzazione.
La Federazione ha chiuso un accordo con Volkswagen per il biennio 2023-24 dopo la fortunata partnership del 2006 in occasione dei Mondiali di calcio in Germania poi vinti dall'Italia. La casa tedesca sarà l'Automotive Partner di tutte le Nazionali. Ieri intanto anche l'interista Nicolò Barella ha lasciato il gruppo di Mancini.
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