Altro che sfida generazionale: Alcaraz è già a casa

Per Carlos una stagione in altalena: "Ora penso alla Davis e a vincerla per Rafa"

Altro che sfida generazionale: Alcaraz è già a casa
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Il cerotto sul naso per respirare meglio, i colpi a corrente alternata, la caduta su un passante di Zverev che in altri momenti non sarebbe stato decisivo. La smorfia che diventa un sorriso beffardo, perché il torneo finisce praticamente lì. In questo mondo di Sinner, anche uno come Carlos Alcaraz può sembrare a 21 anni improvvisamente sorpassato, in classifica ma anche per il fatto che la stagione non sta finendo come ci si sarebbe aspettati. Altro che Carlos contro Jannik, la finale generazionale che Torino di aspettava: il Maestro non sarà spagnolo, sarà Zverev magari, ora che è lui il numero due dietro il Cannibale italiano. L'aereo per Malaga insomma è già pronto, ultima tappa la coppa Davis che accompagnerà Rafa Nadal all'uscita della sua incredibile storia: «Sarà il torneo più importante della mia carriera» dice Carlos. Ci si consola anche così.

Alle Atp Finals gli dei cadono ai gironi, e se è vero che appunto Zverev sembra essere il vero ostacolo tra Sinner e il trofeo da quasi 5 milioni di dollari, dopo Medvedev c'è un altro grande sconfitto. Alcaraz, per carità, ha anche qualche attenuante: si presenta tossicchiante in conferenza stampa, e non è così che può vincere un giocatore. Però questo non può bastare per spiegare l'altalena di un anno così: «Ho giocato bene alcuni tornei, ne ho giocati male altri. Devo imparare ad essere più consistente e continuo, meno male che sono ancora giovane...».

L'occhio lucido per il raffreddore non gli toglie la voglia di scherzare. Ma il momento è di quelli decisivi per il futuro, con Zverev che alla fine del suo 7-6, 6-4 lo ha salutato con un «però lo sai che ti voglio bene», che è molto tenero ma anche un po' sconfortante. Carlos abbozza e fa mea culpa, c'è da trovare un rimedio, «che poi è arrivare in questa parte della stagione con più benzina. Non è facile, l'anno del tennis è lungo, però ho ancora tanti anni per imparare come affrontare partite come quelle contro Sasha. Magari a 25 anni sarò alto come lui...». Intanto adesso c'è da stare vicino a Rafa, «abbiamo grandi possibilità di vincere la Davis, ma la cosa più importante essere pronto per dargli questa grande soddisfazione».

Alcaraz sfuma così, mentre Jannik è pronto alla sfida per il passaggio alla finale che tutti aspettano (via alle 20.25, alle 14.30 invece l'altra semifinale Zverev-Fritz).

A Torino e davanti alla Tv, visto che per il match non più decisivo contro Medvedev erano collegati 2.170.000 spettatori su RaiDue e 626.322 su Sky: circa la metà della Nazionale di calcio, ma non è detto che questo sia solo l'inizio. In questo mondo di Sinner tutto ormai è possibile.

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