Anatomia di Pogacar

I numeri stratosferici dello sloveno: dal peso alla potenza fino ai guadagni che lo mettono tra gli sportivi più pagati

Anatomia di Pogacar
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Anatomia di un campione, di un prodigio e di un'entità ben definita e infinita, quanto il suo talento. Anatomia di Tadej Pogacar, sloveno di Komenda e di stanza a Montecarlo, 26 anni compiuti lo scorso 21 settembre, fenomeno assoluto del ciclismo mondiale da quattro stagioni. Un 2024 che è andato in archivio con 25 gare vinte su 58 disputate. Ottantotto vittorie in carriera con tre Tour de France, un Giro d'Italia, due Liegi, un Fiandre, quattro Lombardia e un mondiale. Numeri da fenomeno.

743 WATT

Prendiamo il mondiale di Zurigo, Pogacar ha pedalato per sei ore e diciotto minuti superando un dislivello di 4369 metri. La velocità media tenuta dal neo Campione del Mondo è stata di 42,4 chilometri orari, con una punta massima di 91,4. Come sempre, Pogacar ha pedalato con una cadenza (numero di pedalate al minuto) molto elevata: 92 di media nell'intera corsa e 143 di picco massimo. Il campione sloveno ha consumato oltre 5.400 calorie durante la corsa. Quinn Simmons, corridore statunitense, per qualche centinaio di metri ha provato a stargli dietro, nei 41 secondi in cui è rimasto in scia allo sloveno, ha espresso una media di 743 watt, con una punta di 985.

65 KG DI POTENZA

Al Tour de France 2020, pesava 66 kg. Nel podcast del dottor Peter Attia, medico e ricercatore specializzato in medicina della longevità (MdL), Tadej Pogacar alla vigilia del GP de Montréal rivela: «Sono arrivato alla partenza del Tour che ero 64,5 kg poi sono passato a 65,5, infine mi sono assestato attorno i 65 kg per il resto della corsa». Peter Attia gli chiede cosa è cambiato nel piano d'allenamento rispetto allo scorso anno. «Ho cambiato il modo di allenarmi in bici e non solo - precisa Pogacar - ho puntato sugli esercizi per la stabilità del core (core stability, ci si riferisce alla zona del tronco, n.d.r) e sono stato più attento ai dettagli dell'alimentazione».

TESTA

Ma per il team principal della UAE Emirates Mauro Gianetti, è la testa il punto di forza di questo magnifico talento. «Tadej non si lascia schiacciare dalla pressione, ma sa motivarsi come nessuno. Dopo il suo terzo successo al Tour, due giorni dopo ha chiamato il responsabile dell'alimentazione e gli ha chiesto una tabella alimentare fino al giorno del mondiale di Zurigo. Non c'è bisogno di tenerlo sul pezzo, lui ci resta sempre».

12 MILIONI DI EURO

Il talento sloveno è ormai uno degli sportivi più pagati al mondo. Tra ingaggio e sponsor personali sfiora i dodici milioni di euro. Oltre all'ingaggio con la formazione emiratina ci sono da considerare diverse intese personali, come quella con l'azienda di scarpe Dmt. Poi i caschi Met; Enervit (integrazione e nutrizione); Jana (marchio croato di acqua); Plume (azienda di base californiana legata ai router wi-fi); ufficio del turismo sloveno. Senza dimenticare l'intesa con una catena di supermercati del suo Paese che lo ha fatto già diventare un... panino.

«Nessun atleta nella mia carriera ha avuto un richiamo così forte per i brand fa notare il suo procuratore Alex Carera . Pogacar nel ciclismo si può considerare come il più universale, il più versatile, il più trasversale e comunicativo».

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