"In Italia, a livello di cultura siamo indietro, si pensa ancora che una partita di calcio sia una battaglia, invece è un evento e la maleducazione non deve più entrare". Dura la tesi sostenuta da Carlo Ancelotti che, intervenuto in occasione della cerimonia di assegnazione della Panchina d'Oro (LEGGI QUI), ha ribadito la propria volontà di prendere in considerazione la possibilità di fermare le partite nel caso in cui dagli stadi continuassero a provenire insulti: "Ora abbiamo un vantaggio: che si possono sospendere le partite. Si è fermata per la pioggia e si possono fermare anche se si insulta, si può fare e penso che lo faremo".
Ancelotti: Inghilterra, Francia, Spagna e...Mourinho
Notevole è la differenza con gli altri Paesi, dove risulta difficile (quasi impossibile) che l'atmosfera agonistica venga ripetutamente rovinata da ingiurie emanate da tifosi spavaldi: "È difficile se non impossibile essere insultati in Inghilterra, mentre in Francia non c’è la passione che c'è in Spagna e in Italia". Schiacciante è l'esempio del Clasico, dove domina il gran spettacolo nonostante la forte rivalità tra le due squadre: "La gente non è così coinvolta e appassionata. In Spagna c'è una rivalità forte tra Barcellona e Real Madrid ma non la maleducazione che c'è negli stadi italiani".
Certo. Ma se da una parte il pubblico non dovrebbe certamente permettersi di mettere in pratica qualsiasi tipo di offese, è altrettanto vero che soprattutto gli allenatori e le figure in campo dovrebbero offrire il buon esempio.
L'episodio più recente è quello legato al gesto di Mourinho (LEGGI QUI), sul quale Ancelotti prova a ridimensionare: "Non mi sembra che abbia fatto nulla di particolare, ci sta che dopo tanta pressione possa aver fatto quel gesto. In generale, la situazione degli insulti è da migliorare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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