Anche la curva si sente svuotata. Ma poi applaude i nerazzurri

Stadio meno rumoroso del solito: ansia per la semifinale di Champions. Inzaghi: "Abbiamo dato tutto"

Anche la curva si sente svuotata. Ma poi applaude i nerazzurri
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Sarà che il tiepido sole domenicale ha asciugato pioggia e lacrime del mercoledì sera e dell'addio alla tripletica speranza nerazzurra. Sarà pure che la suggestione Barcellona sottrae energie e pensieri, ma sta di fatto che un po' tutto San Siro è più simile a un salotto. Con due obiettivi a portata per fare ancora saltare il banco, ci si poteva aspettare piuttosto un saloon da far west. Invece è tutto fuorché una bolgia, il Meazza, con i giocatori della Roma che ringraziano, orfani come sono dei loro tifosi, rimasti a casa per volere dell'Osservatorio sulle manifestazioni sportive.

Se gli attori sono scarichi, platea e loggione per una volta non sono da meno, al netto dell'applauso che l'Inter si prende sotto la curva, nonostante tutto, al calare del sipario. «La gente ha capito quel che stiamo facendo in stagione, è stato molto bello», conferma Inzaghi. Con gli occhi spalancati, nel dopo gara, di chi sembra volersi guardare meglio attorno per cercare una strada che porti a «reagire a questa settimana»: Bologna, Coppa Italia e Roma.

La sua mimica facciale non tradisce mai emozioni, ma stavolta il colletto della camicia che si ribella alla giacca racconta a suo modo il disordine in campo: «Nel primo tempo non abbiamo fatto una partita d'insieme, come siamo abituati. E ci è mancata lucidità: avevamo distanze lunghe, lo abbiamo pagato», conferma Inzaghi. Alza timidamente le mani quando gli si chiede del contatto in area N'Dicka-Bisseck non sanzionato. «Sarebbe troppo facile parlarne», così come «degli infortunati e degli squalificati, del calendario. Noi che tra 72 ore saremo in campo a Barcellona e 24 ore dopo il nostro ritorno a Milano avremo già il Verona».

Non ne parla, ma lo dice. Anche se il vero concetto gli scappa quasi, mascherato da un complimento che tradisce la realtà: l'Inter viaggia a serbatoio vuoto.

«I ragazzi hanno dato tutto quel che potevano, nel secondo tempo abbiamo messo tutto ciò che avevamo». Con il senno di poi, sparare nel mucchio dei tre obiettivi rischia di disperdere le cartucce. «Ma è quello che abbiamo voluto», taglia corto Inzaghi. «Quest'anno abbiamo alzato l'asticella».

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