Anche l'Inter dice sì: seconde squadre incubatrici di profitto

Juve, Milan e Atalanta lo hanno testato: non è solo occasione per allevare talenti

Anche l'Inter dice sì: seconde squadre incubatrici di profitto
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L'ultimo annuncio di Beppe Marotta, presidente dell'Inter passata sotto l'ala economica protettiva del fondo americano Oaktree, rivaluta fondamentale per il rilancio del calcio italiano le seconde squadre.

Dalla Sicilia, il dirigente interista ha garantito che per la prossima stagione '25-'26 il club neroazzurro allestirà l'under 23 da schierare in Lega Pro, come hanno già fatto da tempo la Juve (e all'epoca c'era Marotta a guidare il management dei bianconeri) e di recente Atalanta e Milan. «Dovremo anche risolvere problemi di struttura», ha precisato, perché poi questo è uno dei nodi da sciogliere. Ad esempio il Milan ha appena deciso di dirottare la Primavera al centro Vismara, in città a Milano, e di concentrare invece gli allenamenti di Milan Futuro (Bonera allenatore) a Milanello, in modo da rendere visibile allo stesso Fonseca gli eventuali progressi di alcuni giovani talenti.

Sul piano economico, l'iniziativa ha dimensioni notevoli. Il Milan, secondo alcuni calcoli, ha iscritto a bilancio preventivo per l'operazione una cifra che si aggira intorno ai 12 milioni, comprensiva dei lavori di ristrutturazione effettuati presso lo stadio di Solbiate Arno dove disputerà le partite casalinghe.

La missione seconda squadra ha una doppia convenienza, come dimostra di recente l'esperienza della Juve che durante l'ultima stagione di Lega Pro ha partecipato con la sua Next Gen anche alla prima parte dei play-off. Alcuni dei talenti spuntati in quella squadra sono finiti o in prestito in serie A (Soulè, Barrenechea, entrambi argentini al Frosinone, Huijsen alla Roma) oppure lanciati direttamente con la maglia della Juve dalla gestione Allegri e diventati così un patrimonio del club bianconero.

Il ds Giuntoli, durante l'attuale sessione di calcio-mercato, sta realizzando in queste settimane una doppia impresa: provvede cioè al proprio potenziamento mettendo in vendita questi calciatori (Illing jr. è stato ceduto con Barrenechea all'Aston Villa nell'operazione Douglas Luiz, Soulè è in trattativa con la Roma). Ecco allora il secondo aspetto da valutare: oltre al patrimonio economico c'è la possibilità di coltivare dei talenti che altrimenti, passando direttamente dalla Primavera alla prima squadra, non sarebbero riusciti a centrare il triplo salto di categoria.

Ne è plastica conferma la scelta di Francesco Camarda (marzo 2008), attaccante, che

ha appena sottoscritto il primo contratto da professionista (450 mila euro) con il Milan rinunciando alle sirene straniere (i due Manchester, United e City) e attualmente impegnato nell'europeo under 19 guidato da Corradi.

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