L'Argentina batte l'Olanda ai rigori: 4-2

Brutta partita: un paio di conclusioni in porta, non di più, in 120 minuti di gioco. E a decidere chi va in finale sono i tiri dagli 11 metri

L'Argentina batte l'Olanda ai rigori: 4-2

Dopo il viaggio nel surreale realizzato con la semifinale di ieri, stasera con la seconda semifinale si torna alla normalità con un match che scorre lento. Una partita che le due squadre prima di vincere non volevano perdere e che i conclude ai rigori, con l'Argentina che stende l'Olanda 4-2.

Di fronte Olanda e Argentina per una sfida che negli otto incontri precedenti ha, spesso, visto gli Orange come vincenti. Ben 4 le affermazioni per gli Europei, tre i pareggi ed una sola affermazione per i Sud-americani ma, paradossalmente, nell'occasione più importante. L'esordio del confronto coincide, invece, con il massimo apice del calcio totale olandese, con una prima amichevole, nel 74', conclusasi 3-1 per gli Europei. Nello stesso anno, il primo incrocio “mondiale”, con gli Orange che, il 26 Giugno a Gelsenkirchen, nel girone iniziale passeggiano sugli avversari per 4-0, grazie alla doppietta di Crujff e le reti di Krol e Rep. Un'Olanda, probabilmente compagine più forte del Torneo, ma destinata ad essere sconfitta in finale per 2-1 contro la Germania Ovest. Quattro anni e stessa sorte per la squadra europea con gli Olandesi a dispensare reti e spettacolo, per poi perdere in finale e in questa occasione proprio contro l'Argentina. Unica vittoria albiceleste in una finale destinata a restare nella storia per il contesto in cui si giocò. Siamo in piena dittatura, nell'epoca dei desaparecidos, per una situazione ambientale che, probabilmente, finì per condizionare la stessa direzione di gara del nostro Gonnella, fischietto in quella circostanza, per un arbitraggio che fece storcere il naso a molti. Tre a 1 ai supplementari con doppietta di Kempes, rete dell'ex Napoli e Fiorentina Bertoni e goal olandese per Nanniggia e Orange nuovamente a bocca asciutta. Incroci mondiali non ancora finiti, però, con la rassegna francese nel 98' che videro uno scontro nei quarti a favore della squadra del santone Hiddink grazie alle reti di Kluivert, Bergkamp (autore di una delle reti migliori di sempre alla rassegna mondiale) e l'ex laziale Lopez. Precedente più recente nel 2006, sempre ai Mondiali, con un pareggio a reti bianche nel gruppo d'esordio, con le squadre che poi si classificarono entrambe, a braccetto a 7 puntio, salvo essere eliminate negli ottavi (l'Olanda) e nei quarti i Sudamericani.

Squadre che arrivano in semi-finale, da imbattute, grazie ad un cammino analogo. Entrambe vincenti nel girone iniziale a pieni punti (sebbene con una differenza reti ben più netta per gli Orange), poi vittorie sofferte nei turni successivi. Probabilmente più per l'Olanda che con il Messico ha ribaltato il match incredibilmente tra l'88' e 94', per poi avere la meglio sulla Costa Rica (complice tre legni) solo ai rigori. Per gli uomini di Sabella vittoria in zona Cesarini ai supplementari con la Svizzera e, sempre di misura, ma dominando la gara con maggiore autorevolezza, nel turno contro i Diavoli Rossi.

In campo maggiori difficoltà di formazione per il selezionatore argentino costretto a dover rinunciare a Di Maria e con al suo posto un fedelissimo di Sabella, quel Perez autore con il Benfica di un paio di campionati in Portogallo di assoluto livello. Albiceleste che, però, scontato il turno di squalifica, recupera Rojo che riprenderà il suo posto, costringendo Basanta a tornare in panchina, dove si siede nuovamente anche Aguero, con Lavezzi a giostrare in avanti con Messi e Higuain. In mezzo ancora una volta Biglia, preferito a Gago. Van Gaal, invece, recupera un uomo che in mezzo si sente, per dinamismo e carisma, quale Nigel De Jong che, dopo un infortunio che si temeva potesse fargli perdere il Mondiale, torna per un match decisivo. Solita difesa, mentre per gli esterni di centrocampo nuovamente spazio a Kuyt e Blind, poi Sneijder alle spalle di Van Persie e Robben

Dopo un inizio, in termini di conduzione di gioco, di marca olandese, con un'Argentina ad attendere per ripartire in velocità, il primo tiro in porta vede protagonista proprio l'Albiceleste al 15'. Percussione centrale di Perez, bravo ed intelligente nel cercare un fallo. Punizione dal limite con Messi che non calcia una punizione destinata a restare nella storia: tanta potenza ma pallone calciato sul palo del portiere con Cillesen a bloccare con sicurezza. Dopo una prima fase di marca arancione, meglio l'Argentina dal 20' in poi, con un Lavezzi tra i più intraprendenti. E' al 23' è il solito Garay, su corner, a farsi largo in area, rischiando la testa per anticipare una scarpata di Vlaar, per una conclusione che si perde alta. Comunque il difensore ex Benfica, ora allo Zenit, tra i più pericolosi del Mondiale sui calci piazzati. Buona la prova, sin qua di Perez, ma l'assenza di Di Maria si sente eccome. Olanda mai alla conclusione che si fa vedere per una serie di traversoni, passata la mezz'ora, che obbligano Romero ad un paio di belle uscite di pugni. 36' e questa volta un'azione da annotare è per i Sudamericani. Bella discesa di Lavezzi, palla in mezzo, e sull'accorrente Higuain, provvidenziale anticipo di Vlaar.

Prima frazione di gioco che si conclude dopo 45 minuti sostanzialmente noiosi e con, dopo la girandola di reti di ieri, una sola conclusione nello specchio della porta effettuato da Messi, e solo su calcio piazzato. Match troppo importante per due squadre che sanno che prendere una rete potrebbe essere fatale, per cui si limitano ad evitare di scoprirsi, confidando nella giocata di uno dei propri solisti. Meglio, per quanto si possa trovare un distinguo, comunque l'Argentina, che, dopo una parte iniziale timorosa, ha tentato di fare qualcosa di più. Olanda deludente con un gioco che non regala brividi particolari. A Sabella manca terribilmente Di Maria.

Argentina che torna in campo con gli stessi 11, mentre il ct orange inserisce Janmaat al posto di un anonimo Martins Indi. Cambio o non cambio, rispetto alla prima frazione Orange che tornano a condurre le danze, anche se di occasioni neppure ancora l'ombra.
A meno che non si voglia considerare come tali, una punizione dal limite, seppure defilata, di Sneijder al 60' con palla alle stelle. Argentina che sparisce dal campo, ma è sua l'azione più pericolosa, con il solito Lavezzi a crossare in maniera insidiosa per un Higuain anticipato provvidenzialmente da Janmaat. Due minuti e De Jong non ne ha più. Dentro l'ennesimo giovane, ossia Clasie e Van Gaal con due cambi dopo un'ora di gioco. Partita che prosegue nel suo equilibrio, non dispensando azioni da rete. Per assisterne ad una delle poche, occorre attendere il quarto d'ora dal termine. Bel traversone di Perez sul primo palo, dove Higuain entra in spaccata come un falco, pallone che sfiora la rete, ma il guardalinee aveva segnalato un fuorigioco inesistente. Due cambi per Van Gaal effettuati e, a 10 minuti dal triplice fischio, fa altrettanto Sabella, fuori Higuain e Perez e al loro posto Aguero e Palacio, per un'Argentina che, almeno nelle intenzioni, il ct sudamericano disegna più offensiva. Partita che si trascina stancamente verso la fine, con le due squadre rassegnate da minuti all'eventualità dei supplementari, quando il solito Robben, mette la quarta e si incunea in area, salvo essere stoppato al tiro, a pochi metri da Romero, da un provvidenziale Mascherano. Ultima occasione di un match che finisce, non a caso, a reti bianche. Conclusioni nella porta, non più di un paio in 90 minuti.

Prima frazione supplementare sulla falsa riga del match. Più cambi che conclusioni con Huntelaar a prendere il posto di un anemico Van Persie e uno spompato Pocho Lavezzi a lasciare spazio a Maxi Rodriguez. Sempre più Olanda, ma con una sola conclusione telefonata di Robben. Al 105', però, squillo argentino con un bel traversone di Palacio che trova Aguero ancora una volta in ritardo. 0-0 anche al termine del primo tempo supplementare. Si parte con il secondo e si inizia subito con un intervento fortuito che vede a terra, per alcuni minuti Zabela. Solito tran tran che potrebbe essere rotto al 115' da Palacio. Palla sullla quale interviene l'ex Nerazzurro che tenta un lob di testa all'estremo olandese, che blocca con tranquillità. Occasionissima sprecata da un Palacio, in ogni caso, ben più positivo che il deludente Aguero. Un giro di lancette e un redivivo Messi centra per Maxi Rodriguez, tiro sporco che Cillesen blocca. Non capita più nulla, finale decisa ai penalty

Si va ai rigori

Primo pallone per Vlaar. Tiro centralissimo e Romero respinge. Ancora 0-0
Primo calcio dagli 11 per l'Albiceleste, parte Messi. Spiazzato Cillesen è 0-1
Secondo rigore orange. Robben spiazza Romero, calciando rasoterra sulla sua destra 1-1
Quarto rigore per Garay. Di potenza, sotto la traversa 1-2
Terzo tiro dagli undici metri per Sneijder che si fa respingere il tiro 1-2
Sesto rigore e il pur bravo Cillesen non fa Krul. Intuito ma non respinta la conclusione di Aguero 1-3
Primo match point Argentina con Kuyt che manitne accesa la fiammella, realizzando 2-3
Rogire decisivo per Maxi Rodriguez che, di potenza, piega le mani del portiere orange che respinge una palla solo sotto la traversa e in rete 2-4 e Albiceleste in finale

Partita tattica, quanto bruttina con i rigori che rappresentano l'epilogo più corretto di un match che le due squadre, prima di vincere, non volevano perdere.

Questa volta non c'è Krul e l'Olanda è costretta a piegarsi dagli 11 metri. Bene le squadre dietro, deludono i crac con un Messi sotto tono, ed un Robben che guadagna una sufficienza tirata. Se l'Argentina non recupera il miglior Di maria, però, con la Germania sarà realmente difficile.

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