Tra Atalanta e Milan va in scena il calcio "capovolto"

Per classifica e numeri, la Dea è la grande e i rossoneri sembrano la provinciale di lusso

Tra Atalanta e Milan va in scena il calcio "capovolto"
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A leggere soltanto i dati tecnici è un calcio capovolto quello tra Atalanta e Milan. I bergamaschi veleggiano entusiasti alle spalle del Napoli capolista con 31 punti, 9 in più rispetto ai 22 del Milan (con una partita in meno), 8 i successi consecutivi dai quali è reduce, l'ultimo all'Olimpico contro la Roma lunedì sera. Altri dati essenziali: Retequi è il capocannoniere del campionato, 36 i gol fatturati dal gruppo, imbattuta nel girone della Champions in attesa di ricevere a domicilio il Real Madrid. A sentire poi le parole di Paulo Fonseca nei confronti di Gasp e del suo calcio uomo contro uomo, c'è la spiegazione didascalica a questo capovolgimento di ruoli e di posizioni. Sembra che sia il Milan la provinciale di lusso e l'Atalanta la squadra vip reduce dal successo in Europa league della scorsa stagione. «Gasperini è da considerare un pioniere del suo modello di calcio che adesso si sta diffondendo anche in Germania» racconta Fonseca che sintetizza lo stato d'animo collettivo in questa frase «non è mai un buon momento per affrontare l'Atalanta». L'impressione, netta, è che ci sia un eccesso di preoccupazione nella preparazione di questo viaggio brevissimo a tal punto da evitare di far rivedere al suo spogliatoio, come solitamente fanno gli allenatori, una partita dell'Atalanta per coglierne le caratteristiche e le eventuali sfumature. Solo su un punto Fonseca sembra preparato: la visita del dentista.

Spiegazione. Guardiola definì così l'Atalanta («è come andare dal dentista»). Fonseca, replicando la metafora e paragonandola alle squadre italiane che giocano con lo stesso sistema di gioco, racconta: «Io vado tante volte dal dentista qui in Italia!». A spiegare «l'ammirazione per il lavoro di Gasp», concorrono anche i precedenti in materia. E cioè nelle due stagioni con la Roma un pareggio e due amare sconfitte. Vedremo stasera allora se il portoghese è riuscito a trovare il modo per evitare di soffrire ancora. Il segnale è dato dalla decisione di continuare con l'inserimento di Musah a centrocampo che è poi quello in grado di garantire un maggiore equilibrio strategico a tutto il team proteggendo anche il binario dove si scatena spesso Lookman.

Il resto è affidato a Leao al quale Fonseca spedisce un incoraggiamento: «Sta migliorando ma non si deve fermare». Un po' come il suo Milan reduce da 3 successi di fila di piccolo cabotaggio (Bratislava, Empoli, Sassuolo).

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