Audi, c'è tanta Italia nei piani di crescita

Lamborghini, Ducati e Italdesign continuano a dare soddisfazioni Il Suv diesel più potente al mondo

Enrico ArtifoniIngolstadt Audi ha reagito al dieselgate che ha colpito il Gruppo Volkswagen con la promessa di fare chiarezza e porre rimedio rapidamente. E con una dimostrazione di forza, ha presentato a sorpresa la SQ7 TDI, versione super sportiva del suo maxi Suv, equipaggiata con un inedito motore V8 a gasolio ad altissime prestazioni. Un modello di nicchia, ma importante non solo a livello simbolico: oltre a essere il Suv diesel più potente al mondo, è la prima auto di serie che per la sovralimentazione si avvale non solo delle classiche turbine ma anche di un compressore ad azionamento elettrico, tramite una rete di bordo ad alto voltaggio (48 Volt, anziché 12 come le normali vetture). L'ultima e più compiuta espressione dello slogan «All'avanguardia della tecnica» che ha accompagnato la portentosa crescita di Audi negli ultimi dieci anni. Su scala globale, oggi la Casa dei Quattro Anelli vende il doppio rispetto al 2006 (oltre 1,8 milioni di vetture, con ricavi per 58,4 miliardi nel 2015), sette volte tanto in Cina, ed è uscita più forte dalla crisi dei più tradizionali mercati, l'Europa e il Nord America. Solo gli importanti accantonamenti per fare fronte ai costi del dieselgate (228 milioni) e del richiamo di un vasto lotto di vetture per la sostituzione degli Airbag difettosi forniti dalla giapponese Takata (70 milioni) hanno intaccato parte dell'utile operativo, riducendolo dai 5,15 miliardi del 2014 ai 4,83 miliardi dello scorso anno, e il ritorno sulle vendite, sceso dal 9,6 all'8,3%. Nonostante ciò, Audi pensa di poter crescere ancora, grazie anche all'imminente rinnovamento del 60% della gamma e all'importante contributo dei suoi marchi italiani, Lamborghini e Ducati, che lo scorso anno hanno fatto meglio della capogruppo. Il grande successo della Huracán ha spinto le vendite della Casa di Sant'Agata Bolognese oltre le 3.000 unità (+28% e quello della Scrambler le consegne di Borgo Panigale dalle 45mila unità del 2014 a 55mila (+21,5%), tanto che Ducati ha potuto mettere a bilancio un utile operativo di 54 milioni. Audi non dichiara il risultato netto di Lamborghini, ma a detta del ceo Rupert Stadler «i forti investimenti che abbiamo compiuto stanno dando i frutti sperati». E con le numerose novità in arrivo, tra cui il primo Suv del Toro, Urus, la Xdiavel e la Multistrada Enduro di Ducati, «un brillante futuro attende entrambi i marchi». Tanto che Stadler esclude un'eventuale cessione delle controllate italiane per fare cassa, qualora le conseguenze del dieselgate di Volkswagen dovessero diventare ancora più pesanti e in occasione della conferenza annuale di bilancio ha espresso la massima fiducia nei manager italiani a cui sono affidate (Stefano Domenicali, che proprio in questi giorni ha preso il testimone da Stephan Winkelmann in Lamborghini, e Claudio Domenicali, omonimo ma non parente, in Ducati).In buona salute è anche Italdesign, la grande firma del made in Italy ora diretta da Filippo Perini (ex capo dello stile di Lamborghini) di cui Audi ha completato l'anno scorso l'acquisizione dalla famiglia Giugiaro.

Per l'azienda piemontese che dà lavoro a quasi mille persone e ha fatturato nel 2015 la cifra record di quasi 200 milioni si prospetta un'ulteriore crescita grazie alla decisione di allargare l'offerta dei propri servizi a tutte le marche dell'automotive, in aggiunta a quelle del Gruppo Volkswagen.

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