Sono ingenerose e infondate le critiche rivolte a Stefano Pioli al ritorno da Udine dopo quel pareggio griffato Ibra che è un mezzo successo invece che una mezza sconfitta (punto recuperato). Alla fine del duello punto a punto potrebbe dimostrarsi decisivo. Sono ingenerose e infondate perché si riferiscono alla scelta di schierare a centrocampo Bakayoko e Bennacer, risparmiati in parte dalla Champions, gli unici due ricambi a disposizione mentre negli altri ruoli ha dovuto spolpare gli unici superstiti. Questo è il vero nodo da sciogliere per il Milan da qui alle prossime settimane: il numero industriale di infortuni. Il club sta indagando, la società ha messo a disposizione dello staff nuovi macchinari per accelerare i tempi di recupero ma resta questa l'unica vera gigantesca incognita sul futuro della stagione.
Perché dal 23 agosto fino a sabato sera a Udine, Pioli non ha mai avuto a disposizione per una sola partita tutta la rosa. Persino Conti, mai utilizzato in partita, è rimasto fuori per un lavoro supplementare a Udine. Qui, più che cercare colpevoli, è indispensabile scoprire i motivi visto che il fenomeno si ripete da due anni e non può essere responsabilità della sfortuna. Anche le altre squadre giocano tanto, ogni 3 giorni, anche loro hanno infortuni ma in numero complessivo ridotto, come dimostra ad esempio l'Inter.
E se ad assenze preziose si può e si deve rimediare per una, due, tre, quattro volte, se la catena continua è inevitabile pagare pegno. Il mercato di gennaio è una grande opportunità ma sarà più importante svuotare l'infermeria di Milanello.
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