![PaperMilan sono guai](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/13/1739429528-azt7-etam42zrfiivu3-associated-press-lapresse.jpeg?_=1739429528)
Senza fantasia, senza gol, anzi con Maignan in serata da dimenticare: ecco il Milan delle 4 punte che finisce sotto gli assalti del Feyenoord, rimasto senza allenatore e senza Gimenez passato in rossonero. Da Zagabria a Rotterdam, non cambia il risultato: seconda sconfitta, meritata anche qui, e dimostrazione che i difetti più noti di questa squadra, senza guerrieri, sono duri da far sparire. E così anche il play off diventa una salita ripidissima. Difficile da rimontare lo 0 a 1 di Rotterdam martedì prossimo. Da salvare uno solo: Pavlovic. Spiega quasi tutto.
È una partenza da incubo per il Milan. La solita, viene da aggiungere. Sotto un diluvio (ma non è certo una scusa), Mike Maignan mette subito in salita la serata Champions protagonista di una papera da maidiregol. Dopo appena 3 minuti, sul banale tiro di Paixao, il brasiliano diventato una tortura per Walker, il portiere manca in modo clamoroso il pallone deviandoselo in porta. Pronti via, il Milan è già sotto 1 a 0 e Conceiçao ricomincia a rivedere le streghe, proprio come a Zagabria. Non c'è nessuno, tranne Pavlovic, che dia qualche garanzia di lucidità. Joao Felix tenta un paio di tiri senza conseguenze per il Feyenoord che invece trova nella velocità delle sue ali il modo più efficace per mettere i rossoneri spalle al muro (traversa superiore pizzicata dallo scatenato Paixao). Le repliche, affidate quasi sempre a Leao, non sono mai efficaci. Il tema di fondo è sempre lo stesso: e cioè la mancanza nel Milan di una solida trincea a centrocampo che espone i difensori a duelli uno contro uno. In velocità gli olandesi entrano spesso nel burro durante le ripartenze.
La seconda frazione ha lo stesso, deludente svolgimento, con una differenza: il Feyenoord non ha più la stessa intensità di prima tranne in Paixao che continua a far ammattire mezza difesa, Walker compreso, maltrattato nell'uno contro uno. Il cambio dello spento Pulisic con Chukwueze (più Tomori per Thiaw ammonito) non produce effetti sensibili e l'atteso Gimenez, per demerito collettivo, non riesce mai a salire sul palcoscenico da protagonista, spesso ignorato da una trama di gioco elementare e scontata. Leao, preso di mira dal pubblico olandese, si segnala solo per qualche assolo. Allora tocca a Reijnders, con un destro volante di nessun pericolo, farsi vivo.
Dev'essere per questo motivo che la panchina milanista prova la mossa della disperazione nell'ultimo tratto: fuori Leao e Gimenez, dentro Abraham e Camarda a tentare l'assedio finale che non produce però effetti concreti. Anzi, tocca al Feyenoord sprecare qualche goloso contropiede.
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