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Il bacio rubato e la corruzione: i cartellini rossi di Rubiales

Si può dire che il bacio "non consenziente" schioccato nell'agosto scorso da Luis Rubiales sulla bocca della giocatrice Jenni Hermoso sia la cosa più "innocente"

Il bacio rubato e la corruzione: i cartellini rossi di Rubiales
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Alla luce degli ultimi eventi, si può dire che il bacio «non consenziente» schioccato nell'agosto scorso da Luis Rubiales sulla bocca della giocatrice Jenni Hermoso sia la cosa più «innocente» commessa dall'ex presidente della Federcalcio spagnola. In quell'occasione l'eccitatissimo Luis aveva almeno la «giustificazione» del mondiale appena vinto a Sydney dalla nazionale femminile di calcio.

Ma poi? Come le mettiamo con le mazzette che Rubiales è accusato di avere intascato per l'assegnazione della Supercoppa spagnola all'Arabia Saudita? E le presunte tangenti per gli alberghi a Capo Verde? Gli inquirenti il mese scorso hanno disposto l'arresto.

Il fermo di Rubiales (nella foto mentre entra nel furgone della Guardia Civil) è scattato ieri all'aeroporto di Barajas-Madrid non appena l'indagato è sceso dal volo che lo ha ricondotto in patria dalla Repubblica Dominicana. Poi gli sono state prese le impronte digitali e si è proceduto all'interrogatorio. Infine il rilascio. La notizia in Spagna è finita nei titoli di apertura dei tg. Il tribunale di Majadahonda elenca i reati: «Corruzione, riciclaggio e associazione criminale». E ora per Luis, dal «bacio galeotto» allo status di galeotto a tutti gli effetti, il passo potrebbe essere breve.

In ballo non c'è tanto la vicenda del «kiss rubato» (3 anni di squalifica inflitti dal Tribunale sportivo e richiesta di 2 anni di reclusione della Procura penale), ma una storia ben più pesante per la quale Rubiales rischia moltissimi anni di

carcere. Lui si difende in tv su LaSexta: «Il denaro sul mio conto è frutto di lavoro». Da diverse settimane a viveva a Punta Cana; sapeva che in patria lo avrebbero arrestato. Ma è tornato lo stesso.

Il motivo lo sa solo lui.

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