Malta-Italia: Balogol e Buffon, la Nazionale è tutta qui

Gigi para un rigore, poi lo salva la traversa. Giaccherini trequartista sbagliato. Funzionano i due blocchi

Malta-Italia: Balogol e Buffon, la Nazionale è tutta qui

È l'Italia del minimo indispensabile o, se preferite, del massimo risultato col minimo sforzo. Insomma serata banale da liquidare con qualche segnalazione doverosa e una stroncatura. Titolone dedicato a Mario Balotelli e non solo per la doppietta, seconda in carriera dopo i due schiaffoni rifilati alla Germania nell'estate 2012. Fa gol dal dischetto e su azione tutta milanista, firma qualche giocata elegante, prende la solita dose industriale di calcioni (da raccomandare all'arbitro il barbone che lo pedina), reagendo a volte, tenendo al guinzaglio l'istinto in cento altre circostanze. Anche a Malta il pubblico lo prende di mira e si può capire: laggiù seguono il calcio inglese e nella Premier sono rari gli estimatori di Mario. In società con Buffon (rigore parato sullo 0 a 1), Balotelli mette in banca i tre punti necessari. Da bocciare invece lo schema col trequartista inventato, Giaccherini: intendiamoci non è colpa sua. «Forse non siamo pronti per il 4-3-3» la spiegazione di Prandelli alla vigilia. È il minuscolo juventino a non essere adatto alla consegna tattica. Meglio la Nazionale con Candreva e lo schieramento successivo con Cerci (in luogo di El Shaarawy): è il caso di prendere atto delle indicazioni provenienti dal campo pratica.

Bella e intraprendente col Brasile, bruttina e sciatta contro Malta. Questa è la prima istantanea ricevuta da La Valletta a proposito dell'Italia a caccia dei tre punti e di qualche gol scaccia-pensieri. Sembra una clamorosa contraddizione rispetto alla cifra tecnica dei rivali ed è invece quasi una legge non scritta del calcio dove le motivazioni contano più di ogni altro fattore. Persino il vantaggio facile facile, guadagnato dagli azzurri dopo 8 minuti con un rigore di Balotelli (13 su 13 la sua sequenza dal dischetto), invece di spianare la strada sembra trasformare la serata in una tortuosa curva. I motivi di fondo sono tre: 1) la superficialità di qualche esponente (Bonucci e Barzagli, palla persa in uscita di gioco); 2) l'inutilità di Giaccherini, ancora una volta schierato da trequartista ma apparso un pesce fuor d'acqua, incapace di scavarsi una zolla dove agire in piena autonomia; 3) gioco lento e scontato, rari gli inserimenti tra le linee maltesi. Prima di chiudere il conto sulla sirena del primo tempo (azione strepitosa sull'asse Bonucci-De Sciglio) sempre con Balotelli (destro a girare nell'angolo lontano), è il portierone di casa nostra, Buffon, a tenere in quota l'Italia grazie a una parata degna del suo repertorio (sul rigore, in verità centrale, di Mifsud) prima di farsi supplire dalla traversa sulla conclusione dal limite dell'attaccante maltese. Forse per questo l'annuncio di De Sanctis in mattinata nel ritiro azzurro («è la mia ultima partita con la Nazionale») non procura nessun panico: la presenza di Marchetti, dietro il capitano della Juve, è più di una garanzia. La difesa azzurra balbetta anche più avanti, nella ripresa, quando concede troppo campo e qualche dribbling di troppo ai locali che prendono coraggio e si lanciano alla ricerca almeno di un gol.

Quel che funziona, e si vede da un dettaglio, è la fusione dei due blocchi promossa da Prandelli. Per esempio il clima di aperta collaborazione tra le due delegazioni: in occasione del rigore, infatti, Pirlo cede il pallone a Balotelli che è uno specialista di tutto rispetto e da ieri sera il bonmber di casa Italia post-europei; stessa scena, di segno contrario, con Mario che si allontana dal pallone sulla punizione dal limite successivo. Non ci sono egoismi insomma: buon segno. Qualche altra buona notizia per il Milan visto che El Shaarawy sembra in evidente ripresa.

Non si possono esprimere gli stessi giudizi sul conto di Giaccherini: gol mancato a parte, non convince né la posizione né la resa. Perciò la sostituzione, questa volta con Candreva, è una concessione al turn-over più che una condivisibile scelta tattica.

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