Uno scudetto è per tutti e per sempre, ovvio però che non tutti e non sempre abbiano reso allo stesso modo nella lunga cavalcata tricolore. Più che le statistiche, che si chiuderanno a fine anno, qui contano le impressioni e allora ecco «Quelli della Seconda Stella» divisi per gruppi, non solo di merito.
LE PUNTE (DELLA STELLA)
Sono 5, sono gli apici del trionfo. Bravi tutti, ma nessuno quanto Lautaro (voto 9,5), leader e capitano, cannoniere ma non solo, anche pedina preziosa nello scacchiere tattico nerazzurro. Migliore attaccante e primo difensore. Al secondo scudetto oltre a lui anche Barella (8,5) e Bastoni (8) anime italiane della squadra campione. Instancabile uno, in crescita costante l'altro. Due interisti veri, anche se l'ultrà in campo è Federico Dimarco (voto 8), primo scudetto da calciatore e prima stagione da insostituibile. Ha cancellato il ricordo di chi prima di lui calpestava quella fascia. L'ultimo top è Calhanoglu (voto 9), che va all'incasso dello scudetto dopo gli insulti rossoneri di due anni fa. Regia e movimento, più gli assegni circolari dal dischetto.
I VETERANI (DELLA VITTORIA)
A 35 anni, Mkhitaryan (voto 8,5) centra da protagonista la vittoria più bella della carriera, più dell'Europa League con lo United 2017. Le gioca tutte in campionato, quasi tutte in stagione (finora 42 su 43). Talmente importante che potrebbe stare anche nel primo gruppo, ma la stella ha solo 5 punte. Giusto Inzaghi saprebbe trovargli un posto. Darmian (voto 7,5) e De Vrij (voto 7) c'erano già 3 anni fa, nello scudetto di Conte. Il primo si è confermato fondamentale, sfilando al più giovane Dumfries la maglia da titolare. Il secondo ha fatto molto meglio dell'anno scorso, non facendo mai rimpiangere Acerbi (voto 7) quando gli è stato chiesto di giocare. Tutti diversamente bravi, ma la carta d'identità non mente, qui Marotta avrà da lavorare.
GLI ULTIMI ARRIVATI (PRIMI)
Tanti nuovi, troppi si pensava la scorsa estate. E invece i risultati hanno rapidamente spazzato via le perplessità. Thuram (voto 8) è il simbolo di un mercato felice, parametro zero rivalutato cento dal lavoro di Inzaghi. Bene in tanti, quasi tutti. Come Sommer (voto 8), piccoletto fra i pali, grande nelle statistiche, spesso decisivo. Non più di 2/3 errori in tutto il campionato. Già importante il lavoro di Pavard (voto 7,5), uno che però può fare molto meglio. Bravo Bisseck (voto 7), difensore che impara in fretta e segna anche. Facile prevedere che già l'anno prossimo giocherà di più. E come lui Frattesi (voto 7,5), più gol che partite da titolare, termine di comparazione per quelli che pensano che l'Inter abbia vinto soprattutto perché molto più forte della concorrenza. Utile Carlos Augusto (voto 7), anche perché può giocare (e l'ha fatto) sia nei 3 di difesa sia al posto di Dimarco. Altra resa, in ogni caso.
LE COMPARSE (DA SCUDETTO)
Chi tanto e chi poco e anche chi nulla, come Cuadrado (voto 5), uno che ancora si deve capire perché è stato preso, se non per pensare di fare un dispetto alla Juventus, o come Klaassen (voto 5) arrivato l'ultimo giorno di mercato e lì rimasto, da ultimo della fila. Soliti problemi per Sensi (voto 5), bersagliato dai guai fisici che ne hanno condizionato la seconda parte di carriera. Male gli attaccanti di scorta, Arnautovic (voto 4,5) e Sanchez (voto 5), entrambi con numeri tutti bassi eccetto quelli dell'ingaggio. Il cileno, a fine contratto, partirà, e stavolta sarà per sempre; l'austriaco invece resterà: chi lo prende alla sua età e con 3,5 milioni netti di stipendio? Una meteora anche Audero (voto 6), che ha giocato meno di quanto sperasse, ma non l'ha certo fatto male (finora 2 clean sheet su 2 partite in campionato). Non sarà riscattato. Poco spazio per Buchanan (voto 6), rinforzo di gennaio, anche se in effetti non ha rinforzato nulla. Lui resterà, per provare a sgommare sulle fasce e giocare di più, come per esempio ha fatto Asllani (voto 6,5) rispetto al primo anno in nerazzurro. Ancora acerbo, ma si farà. Dumfries (voto 7) invece non è una comparsa, ma nemmeno una stella, un veterano o un nuovo acquisto. Finisce in questo gruppo senza colpe, anzi col merito di tanti chilometri e molte belle partite.
GLI ARCHITETTI (DEL TRIONFO)
Scontato che siano in campo Inzaghi (voto 10) e a tavolino Marotta (voto 9), con i rispettivi stretti collaboratori. Primo tricolore per il tecnico, nono e mezzo per l'ad, che somma ai 2 con l'Inter il suo passato juventino, interrotto a metà dell'ultima stagione.
Bravi entrambi, ma meglio Inzaghi, che un anno fa ha resistito a tutto e tutti, anche a Marotta, e ha rifatto l'Inter per la terza volta in 3 anni. Sempre più bella, sempre più forte. Non era semplice, lui c'è riuscito. E ora, la festa può cominciare.
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