“Esci una sera, vai in un locale e ti trovi circondato da gente che non conosci, tra cui c’è qualcuno pronto a farti del male”. Saido Berahino è uno dei prospetti più interessanti del calcio inglese. Nato a Bujumbura, capitale del Burundi, ha fatto tutta la trafila delle nazionali juniores dei Tre Leoni. Con l’under 21 ha l’invidiabile score di dieci gol in undici presenze. Questa sarebbe stata la stagione della consacrazione. Eppure qualcosa l’ha fermato. Ha dovuto scontare una sospensione di otto turni per essere risultato positivo a un controllo antidroga. Adesso, a distanza di mesi dall’accaduto, svela la sua versione alla Bbc e punta il dito contro un (presunto) complotto consumatosi sulla sua pelle. Non ha giocato per tutta la prima parte della stagione e ora, ceduto dal West Bromwich allo Stoke City, s’è ripreso un posto in campo.
Berahino ha spiegato: “Essere sospesi per qualcosa che non s’è fatto è davvero dura. È vero, ero in un locale notturno e per questo sono stato un irresponsabile. Ma non mi sono drogato, da quel momento in poi mi è crollato il mondo addosso e ancora adesso non riesco a comprendere chi abbia voluto danneggiarmi così”. Testimonia a favore dell’attaccante, secondo il suo stesso racconto, il fatto che il livello di droga emerso dalle analisi fosse davvero basso.
Ha poi accusato la sua ex squadra, quella in cui è cresciuto: “Nessuno mi ha protetto”.
Il rapporto con il West Bromwich è finito malissimo, con i tifosi pronti a contestarlo a ogni pié sospinto. “È stata dura non poter fare l’unica cosa che amavo, svegliarmi al mattino, giocare a calcio e sorridere. Non poterlo fare è stata la cosa più dura per me”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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