Boccone amaro per i Mondiali 2022: cioccolatini da rispedire in Svizzera

L'elvetico Yanik li inviò all'Irlanda del Nord: con quel pari, lui in Qatar, Mancini agli spareggi

Boccone amaro per i Mondiali 2022: cioccolatini da rispedire in Svizzera
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Il cioccolato svizzero è buonissimo. Meglio della birra tedesca: i cultori se ne facciano una ragione. Peccato che, giusto tre anni fa, Murat Yakin, il ct che ancor oggi siede sulla panca di questa Svizzera italiana, abbia usato il delizioso cioccolato per sfregio nostro e diletto di giocatori e tecnici dell'Irlanda del Nord, che tennero botta contro l'Italia e mandarono direttamente la Svizzera ai mondiali.

Ne fece un eccellente regalo, si parla di palato non di altro, canticchiando Sweet Caroline. Una goccia di amaro in più, nemmeno un nero fondente, per gli uomini di Mancini costretti ai play off per giocarsi la qualificazione ai mondiali: poi fallita. Il dolce grazie fu inviato, a Belfast, in un voluminoso pacco di 9,3 kg di cioccolato (0,1 kg al minuto) in onore dei 93 minuti passati dagli irlandesi senza prendere gol dagli azzurri.

Stavolta l'Italia potrebbe ricambiare. Chissà mai inviando un po' di panettoni per Natale. Ma, per ricambiare, sabato servirà batterli. Non sarà facile. Nessuno, oggi, vorrebbe essere nei panni di Spalletti, costretto a rimodellare la sua squadra contro una Svizzera italiana che sta dimostrando quanto la serie A non sia così poco allenante come si diceva. Anzi, quest'anno le coppe europee avrebbero detto il contrario. Geograficamente la Svizzera italiana è niente male. Così pure la Svizzera italiana di questi Europei: sei giocatori a lucidare l'onore e reggere la colonna vertebrale della squadra.

Per il vero, l'Okafor made in Milan sta sempre in panchina. Mentre Sommer, portiere diga dell'Inter, il torinista Rodriguez e i tre del Bologna approdati in Champions - Ndoye, Freuler e Aebischer - l'hanno fatta da protagonisti. Senza dimenticare che Shaqiri, Widmer e Zakaria sono già passati da casa nostra. Insomma la Svizzera non smentisce il buon rapporto con il calcio italico: dal 1896 ad oggi sono più di 150 i calciatori arrivati in Italia. E tanti ne sono usciti migliori, come questi ultimi. Storia dice che gli svizzeri sono stati tra i pionieri del nostro pallone: genovesi, originari d'oltre confine, misero le fondamenta del Genoa and cricket football club.

Ermanno Aebi, i fratelli Hintermann spopolarono nel calcio milanese. Loro portarono il cioccolato, l'Italia del pallone li fece grandi. La storia si ripete. Che dire a Spalletti e Yakin? Uno dei due prepari l'indirizzo: cioccolata o panettone?

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