L'eccitazione è il sintomo d'amore, cantava l'immenso Lucio Battisti. E' il ritornello di Coverciano. Prima Ventura, poi ieri Bonucci: «Sono eccitato come Ventura - ha detto l'ex bianconero -: quando ti confronti con i grandi non devi mai aver timore, ma provare esaltazione». L'amore per l'azzurro e il confronto con la Spagna - gli azzurri non vincono lì dal 27 marzo '49 - hanno portato il Ct e il suo regista difensivo ad alzare l'asticella del desiderio. «Andremo in Spagna per stupire».
Sarà anche l'occasione per ricostituire la BBC: «Ritrovare compagni di vita e di campo come Chiellini, Barzagli e Buffon fa piacere. Giorgio, Andrea e Gigi restano degli amici. Le nostre strade si sono divise, ma c'è il rapporto di sette anni di spogliatoio insieme, oltre alla condivisione della Nazionale. Sono campioni che mi hanno aiutato a crescere. Non allenarsi insieme non è un problema a un mese di distanza dalla separazione, siamo un trio consolidato. D'altronde ci sarà da fare squadra per dare fastidio alla Spagna. Dovremo dare il meglio perché cerchiamo la vittoria contro una Spagna fortissima A questo punto della stagione la condizione atletica non può essere importante, gli stimoli sopperiscono a quello che ti manca per arrivare al cento per cento. Siamo una miscela di giovani e vecchi. Non so se ci temono, ma ci rispettano di sicuro. Questa partita penso abbia similitudini con quella di Euro 2016 (gli azzurri vinsero 2-0, ndr)».
C'è in atto anche un ricambio generazionale: «Intanto spero di restare altri 5-6 anni in azzurro. Comunque ci sono giovani di grandi prospettive: penso a Rugani, Romagnoli e Caldara. Poi cito Romagna, cresciuto nella Juve e ora a Cagliari: mi somiglia molto. In mediana ci sono Pellegrini, Verratti, mentre in avanti Insigne e Belotti, insomma siamo messi bene».
Capitolo Milan, cronaca di un'estate infuocata: «Serviva coraggio, ci volevano gli attributi per fare questa scelta. Ora sono felice di essere nel gruppo rossonero che vuole diventare grande. La fascia di capitano è un grandissimo onore e una doppia responsabilità. Trovo che ci siano tante similitudini fra la Juve che veniva dal settimo posto e questo Milan. Siamo in Europa League e per il club rossonero tornare in campo a livello continentale era importante. Sono fortunato di aver fatto parte di una Juve vincente e ora spero di far parte di un Milan altrettanto vittorioso. Vorrei essere ricordato come un vincente, che è la cosa che conta di più nel calcio. Mettere trofei in bacheca: vorrei questo anche col Milan e con la Nazionale. Per lo scudetto, invece, vedo Juve e Napoli un gradino sopra le altre».
Il trasferimento in rossonero di Bonucci ha scatenato l'ira sui social anche con offese irripetibili: «Ormai siamo in un'era in cui tutti possono parlare e scrivere. Non mi ha sorpreso tutto ciò, ma è stato brutto vedere cattiverie gratuite su persone che non c'entrano niente (riferimento al figlio, ndr). Dovremmo fare un esame di coscienza generale. Mi ha dato fastidio sentirmi dare dell'infame, traditore e mercenario, aggettivi pesanti per un calciatore che ha sempre dato tutto. Il mio stipendio alla Juve si avvicinava molto a quello attuale al Milan, quindi non sono un mercenario. Non ho tradito nessuno perché da tempo avevo scelto e infine non sono un infame».
La Juve è sempre in alto, ma sembra diversa dalle altre stagioni: segna tanto però mostra una inedita inclinazione a prendere gol Forse manca Bonucci «No, non è vero.
Tra i bianconeri ci sono tanti grandi giocatori: anche a loro rode beccare gol, ma questo non dipende dalla mia assenza. La Juve viaggia verso il settimo scudetto e noi puntiamo alla Champions anche se speriamo di darle un po' fastidio».
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