Brutta ma buona: è l'Inter di Felipe Melo

Primo tempo nullo, poi la traversa del Verona: serve una zuccata del brasiliano per fare 5 su 5. Con un solo tiro in porta

Brutta ma buona: è l'Inter di Felipe Melo

Sono arrivati i tre punti come nelle precedenti quattro giornate, l'Inter prosegue a punteggio pieno, non prende reti, in casa ha la porta inviolata ma è come se le altre stiano iniziando a capire come si muove e il modesto Verona ieri sera l'ha fatta girare al rallentatore. Eppure le cose si erano messe bene, verso sera ha smesso anche di piovere e ancora un po' stava per uscire il sole. Mancini con l'impermeabilino, Pazzini con la maglia dell'Hellas, Guarin ammonito dopo due minuti, Melo si fa sentire, Sala spinge bene sulla destra.

Dopo 45 minuti più due di recupero niente di nuovo e niente di bello. Il Verona gioca nella sua metà campo e sta attento a non uscire quasi ci fossero nell'altra le mine antiuomo. In effetti qualcosa di turbolento c'è, Pazzini cade a terra dopo un contrasto con Melo, sembra roba da poco invece esce zoppicando. Per lui San Siro campo maledetto, gli è girata male da una parte e dall'altra, mancava Toni, era la sua sera, è diventata quella di Siligradi. Mancini non vuole sentire storie, vince chi fa più punti, ma c'è qualcosa che non funziona, Ljajic è lezioso, Telles si specchia e Icardi è solo come poche altre volte si è visto in maglia nerazzurra. Perisic non pervenuto, ma c'è ancora un tempo per rifarsi, a patto che qualcuno a caso della capolista riesca a liberarsi al tiro. Ci ha provato Guarin e la botta respinta ha echeggiato dentro lo stadio come una detonazione, poi è stata la volta di Kondogbia che in area piccola in sforbiciata ha calciato sopra la traversa. Ma era in posizione scomoda, perdonabile.

La ripresa è iniziata allo stesso modo, Verona molto coperto, Inter generosa e nient'altro. In questi casi si dice che tutto si sblocca magicamente grazie a un episodio o a un calcio da fermo, dando per scontato che si vedrà poco di bello e invece all'improvviso succede di tutto, sinistro di Sala, traversa, testa di Melo, 1-0. Rieccola.

La rete galvanizza il gruppo, esce Ljajic che oltre a giocare da spiaggia faceva anche il maestrino, dentro Jovetic che alza subito il livello dell'attacco. A destra fa il suo esordio anche Jonathan Biabiany accolto da una ovazione, e adesso il Verona è anche assediato, Jovetic e Icardi combinano subito uno scambio in area da applausi, perfino Guarin ne azzecca qualcuna. Ma se ci si sta facendo l'idea che ci sia da divertirsi è un errore, la squadra di Mancini ancora una volta si affida ai polpacci di Melo e Guarin, ai guizzi ancora adolescenziali di Kondogbia e alimenta gli scettici sul suo cammino futuro. Il Mancio di tutto questo non è onestamente preoccupato, ha già fatto sapere che si sentiva dire le medesime cose anche quando stava a Manchester e si augura che finisca tutto alla stessa maniera. Il Verona una volta sotto un po' si è aperto ma l'Inter non si è fidata.

Sono aumentati gli spazi per Icardi e Jovetic ma le occasioni per allargare il punteggio non si sono viste eppure Mancini aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per far soffrire meno la squadra, i tifosi e il presidente che ieri sera era in tribuna un po' felice e un po' preoccupato. Anche lui è in costruzione.

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