Brutta Juventus che vince non si cambia

Allegri, con Chiesa più rodato, oggi avrà Di Maria ed elogia Kean: "È cambiato"

Brutta Juventus che vince non si cambia

Torino. Sette vittorie di fila senza subire gol. Pur senza quasi mai impressionare sul piano del gioco e della qualità. La Juventus però è tornata nelle parti alte della classifica ed è quella che tanto piace ad Allegri: risultatista lui, risultatista lei. E se gli esteti del calcio inorridiscono o quasi, poco importa: contano i punti e la posizione in graduatoria, la vittoria da centrare oggi pomeriggio contro l'Udinese, il distacco dal primo posto e, nello specifico, il fatto che venerdì prossimo i bianconeri renderanno visita al Napoli capolista. Fino a un paio di settimane prima della sosta sarebbe stato un match buono solo per le statistiche e per un piazzamento in Champions: tra pochi giorni, considerati gli attuali sette punti di distanza dalla vetta, chissà: «Per ora non è cambiato nulla così ieri Allegri -. Il Napoli è la netta favorita perché ha tanto vantaggio, anche se dopo 16 partite ha avuto uno stop. Sta facendo un'annata straordinaria. Poi, ripeto, ci sono Inter e Milan: noi puntiamo ad essere nelle prime quattro». Il fatto è che dentro quel «per ora» c'è tutta la voglia del mondo bianconero di spaventare gli avversari, facendo sentire loro il peso della rimonta e la cattiveria di chi non si dà mai per vinto. La Juve tremebonda e disorganizzata delle prime settimane di stagione non c'è più, sostituita da una macchina certamente imperfetta che però ha trovato la sua velocità di crociera: non prende più gol (porta inviolata da 727': l'ultimo a segnarle è stato Brahim Diaz, lo scorso 8 ottobre), ha la miglior difesa del campionato (7 gol presi in 16 gare) e scoperto addirittura di poter fare a meno di Vlahovic, oltre a non avere mai potuto contare su Pogba né in pratica su Chiesa e Di Maria. Ha scoperto i giovani, in compenso: sicuramente talentuosi gli ultimi o penultimi arrivati (Miretti, Fagioli e Soulé), ma non sono mancati nemmeno graditi ritorni tipo quello di Kean (classe 2000). «Di lui parlo volentieri ha spiegato ieri Allegri -. Ha perso sei kg e cambiato testa». Risultato: quando anche arriva dalla panchina, non ha più l'atteggiamento svogliato di chi pretende tutto e subito, ma lotta e si rende utile. La profondità della rosa è così aumentata e pochi giorni fa il tecnico bianconero si è potuto concedere il lusso di affermare che «non abbiamo bisogno di fare mercato, stiamo bene così».

Per di più oggi, contro l'Udinese che nei dodici precedenti scontri diretti con Allegri sulla panchina juventina ha vinto una sola volta, la Signora recupererà Di Maria (assente mercoledì a Cremona) e avrà Chiesa ancora più rodato: entrambi dovrebbero partire dalla panchina, pronti a

fare cambiare marcia alla squadra raggiungendo gli otto successi di fila che mancano da dicembre 2018. Mettendo poi nel mirino la trasferta di Napoli: dove la storia del campionato potrebbe anche cambiare. Incredibilmente.

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