Il terrore all'inizio, la gloria alla fine. Il Giro delle Fiandre, superclassica belga del pavé, si apre con un gravissimo incidente, che vede il belga Vansummeren investire in pieno un'anziana spettatrice che si sporge nel momento sbagliato, forse per attraversare la strada. L'impatto è violentissimo. Le conseguenze più tremende sono per la donna, che finisce in coma all'ospedale. Anche il corridore viene ricoverato per diverse botte, ma le sue condizioni non preoccupano.
E' la corsa dei Muri, la corsa delle strade di campagna, la corsa dei selciati sconnessi. La corsa del pericolo e del coraggio. E anche questa volta finisce per premiare il più spericolato e il più coraggioso, ma soprattutto il più potente: ancora lui, Fabian Cancellara.
Il fuoriclasse svizzero non delude mai nei grandi appuntamenti. Non delude neppure stavolta. Tutti lo aspettavano, nessuno riesce a sorprenderlo. Il suo è un capolavoro di potenza e di classe. A dieci chilometri dal traguardo è travolgente nel lasciare il gruppo e andarsi a riprendere il fuggitivo Van Avermaet. Nel tira e molla convulso del faticoso epilogo, si ritrova in volata contro tre belgi. Niente da fare per loro. Cancellara parte ai duecento metri e domina la volata. Alle sue spalle il valoroso Van Avermaet.
Capolavoro nel capolavoro: Cancellara vince il Fiandre per la terza volta. Impresa riuscita soltanto ai grandissimi del ciclismo. La sua gioia, dietro la freddezza svizzera, libera anche un po' dell'italiano di Lucania che ancora resta nelle sue vene, in quanto figlio di emigranti. "E' veramente una giornata bellissima. Avevo promesso a mia moglie che le avrei portato i fiori del podio. Certe promesse le mantengo".
Solito capitolo a parte per l'Italia: come al solito, non pervenuta. Nessuno nei primi dieci. Continua il mostruoso digiuno nelle classiche monumento: l'ultimo successo è sempre più lontano, l'ormai famoso Lombardia di Cunego nel 2008.
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